Sono trascorsi ormai quasi due anni e mezzo da quando è iniziato il dramma di una pandemia, tra l’altro ancora non definitivamente sconfitta, che ha avuto conseguenze drammatiche nella vita personale, sociale, economica e delle istituzioni del nostro paese. Da un’amministrazione comunale che avesse come sua prima preoccupazione quella di conquistare il rispetto della cittadinanza che è chiamata a rappresentare, mi sarei aspettato uno o più momenti di riflessione pubblica sulle gravi conseguenze, difficoltà e sofferenze inflitte da questa tragedia a tante persone, famiglie e attività di nostri concittadini e su come la nostra comunità possa uscire da una vicenda di questo genere guardando al futuro. Niente di tutto questo .
La sindaca ha preferito un incontro a porte chiuse con gli irriducibili no-Vax e no-mask e cioè con coloro che hanno messo e mettono sotto accusa non la pandemia ma le misure necessariamente adottate per fronteggiarla e gli strumenti principali che hanno salvato vite, limitato sofferenze e contribuito in modo prezioso a contenere la diffusione del virus. Del resto non c’è molto da meravigliarsi se durante tutto il periodo della pandemia dalle istituzioni locali non è arrivato un messaggio o una parola a sostegno della campagna di vaccinazione o dell’uso delle mascherine ma atteggiamenti ambigui che strizzavano l’occhio ai disfattisti impegnati esclusivamente a delegittimare e dileggiare i provvedimenti assunti a tutela della salute, dell’economia e della convivenza sociale.
Ancora una volta, incontrando a porte chiuse i propri sostenitori, si è preferito dare prova di una appropriazione delle istituzioni a fini di parte.
Ancora una volta l’assillo del consenso, la propaganda e la demagogia hanno prevalso sull’esigenza di sostenere, confortare e parlare a tutta la comunità, ai cittadini e alle famiglie che sono state colpite da questa tragedia, ai lavoratori dipendenti o autonomi che ne hanno subito le conseguenze, ai medici, operatori sanitari e sociali, funzionari pubblici e volontari che nel rispetto delle regole e mettendo a rischio la propria persona, hanno impegnato ogni energia per combattere una battaglia veramente difficile. Ancora una volta si è scelto di non difendere il sistema delle regole e dei provvedimenti delle pubbliche autorità ma di lusingare egoismi, posizioni antiscientifiche, complottismi, e di lucrare sui disagi e le difficoltà .
È una vergogna che la comunità di Potenza Picena debba continuare ad essere rappresentata da una compagine tanto inaffidabile e faziosa che di quella comunità non ha alcun rispetto. Tra due anni saranno i cittadini a decidere se liberarsi da un fardello che ha segnato un grave degrado del potere pubblico o continuare ad essere spettatori inerti, umiliati e offesi.
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1 commento

  1. ..caro onorevole, magari voi e tutte le istituzioni romane siete rimasti fulminati da questa psicopandemia tutta politica, niente affatto sanitaria.. invece qui in provincia in molti hanno aperto gli occhi e finalmente capito di che pasta siete fatti. Piantatela.

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