Anche se certamente impropria, perché sproporzionata e forse iconoclasta, questa è la prima associazione che ho fatto leggendo l’intervista rilasciata dal sindaco di Porto Recanati, Andrea Michelini, a proposito della polemica nata rispetto all’inserimento dell’asilo nido tra le opere del PNRR. Alla fine, anche se non era nei programmi della coalizione vincente, che importanza ha? Si è trovato un topo e si è cercato un gatto che se lo mangiasse. L’insegnamento del grande Mao è stato rispettato anche se, e qui che nasce qualche perplessità, non è del tutto certo che si sia trovato il gatto giusto.

Fuori metafora la domanda che bisogna porsi è se sia accettabile che una coalizione che si è candidata a guidare il futuro di una città non abbia ancora chiaro cosa fare. E che le idee non siano chiare lo dimostra il fatto che, a cinque mesi dalle elezioni, l’attuale giunta non è stata ancora in grado di presentare il Documento Unico di Programmazione, vale a dire il DUP. Il DUP contiene, nella sua sezione strategica, gli indirizzi generali di mandato nonché la definizione degli obiettivi strategici per ogni missione indicata. In sostanza indica che cosa si vuole realizzare e perché lo si vuole realizzare. Senza il DUP non si può procedere alla definizione del bilancio di previsione e di conseguenza non si può realizzare alcunché che non sia la prosecuzione di qualcosa progettato e finanziato in precedenza.

Da ciò nasce la considerazione che, in effetti, il partecipare al bando per la costruzione di un asilo nido sia stato più per necessità che non per scelta. È un po’ come essere andati a mangiare in un ristorante non perché scelto ma perché l’unico che aveva posti disponibili. Certamente questo modo di procedere non sembra essere quello migliore per imprimere quella svolta tanto declamata in campagna elettorale. Campagna elettorale che, nonostante i maldestri tentativi di imputarne la paternità ad altri, continua ad essere condotta dall’attuale giunta con periodici e ripetitivi annunci di propositi che nulla incidono sul quotidiano della città.

Discutibili, quanto forse inopportune, messe in onda di video, oltre tutto preregistrati rispetto all’avvenimento, non possono essere portate ad esempio dell’operatività di un organismo cui è demandato l’indicazione delle scelte da compiere per la gestione della città. Per di più l’aver insistito sull’argomento con altre puntate, quasi si trattasse di un serial televisivo, non ha fatto altro che rimarcare la forte impreparazione sull’argomento da parte di chi, avendone accessibilità ai documenti, avrebbe dovuto procedere con atti formali a contestarne l’irregolarità, se rilevati. Ma tant’è. Come ormai acclarato, alla mancanza di atti concreti si sopperisce enfatizzando il così detto minimo sindacale in modo da farlo sembrare il cambiamento annunciato.

Ed è così che la tre giorni del Cacio e Pepe a largo Giulio, proposta ed organizzata da una società di Civitanova, si trasforma in un evento gastronomico di forte attrazione turistico e di valorizzazione del territorio. Forse manca solo la proposta di gemellaggio culinario con la città di Roma! Piccole cose che rimangono piccole anche se c’è l’impegno a farle apparire grandi. Per le grandi cose, quelle annunciate nella campagna elettorale settembrina, bisognerà attendere. P

er il momento ci dobbiamo accontentare, il prossimo 11 marzo, attraversando l’ingresso dello sgambatoio per cani, di entrare nell’immaginario portale della stagione della giunta Michelini. Sgambatoio dove, novelli agronomi, i consiglieri di maggioranza doneranno due alberi ai cani della città. Nulla, invece, per il gatto che ha preso il topo.

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati 10 marzo 2022       

 

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2 commenti

  1. Ario Roncitelli on

    Beh, esimio mancato candidato sindaco, questo comportamento non la dovrebbe meravigliare, considerando la sua attiva partecipazione alla nascita e crescita, pur se non coronata dal successo finale di conquistare il Comune, della formazione dei Cinquestelle di Porto Recanati, cioè di un movimento maestro nell’annunciare rivoluzioni roboanti, salvo poi ripiegare su posizioni più… comode e tradizionali.
    Ormai viviamo la stagione dei dilettanti, nemmeno tanto allenati tra l’altro, che dai bar e dai circoli del ricamo all’uncinetto hanno invaso le amministrazioni locali e che si muovono secondo criteri propagandistici, fuori da qualsiasi progetto, traguardo, visione del futuro delle comunità. Quanto poi a come vengono presentate certe manifestazioni (mi pare che nel gergo si usi il termine “pompare”, che rende bene l’idea) è la maniera per convincere della giustezza dell’iniziativa. A proposito: non dia suggerimenti anche ironici. I “regnanti” potrebbero prenderla sul serio e davvero avviare un gemellaggio in nome del pecorino romano!

  2. Ci si è sempre lamentati dei politici “di lungo corso”, di quelli che dalle poltrone non se ne volevano più sollevare, tutti daccordissimo… ma anche dei dilettanti, degli improvvisatori che si scoprono interessati alla politica, che poi occupano ruoli decisamente molto importanti, e si trovano a “comandare”, Dio ce ne scampi e liberi !!!!!!!!!

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