Altro che “Bianco Natale”, a Recanati il clima festivo del 2024 si è tinto di polemica rovente. A far scaldare gli animi non è stato il vin brulé, ma la guerra (fredda?) tra la maggioranza guidata dal sindaco Emanuele Pepa e l’opposizione di Vivere Recanati. Motivo del contendere? I famigerati fondi delle partecipate Astea e Dea, ufficialmente destinati a sostenere le associazioni locali e invece finiti – secondo l’opposizione – sotto l’albero delle spese natalizie.

Francesco Fiordomo e Giorgio Lorenzetti, consiglieri di Vivere Recanati

“Giù le mani dai nostri fondi!”, gridano virtualmente i consiglieri Francesco Fiordomo e Giorgio Lorenzetti, indignati per quello che definiscono un sofisticato “gioco delle tre carte”. Traduzione: soldi pubblici usati per pagare luminarie, concerti e una pista di pattinaggio, tutto spacciato per “gratis grazie agli sponsor”. Peccato che gli sponsor fossero… pubblici.

Il Comune, per tutta risposta, ha tirato fuori la calcolatrice e snocciolato cifre come fossero regali da scartare: 92.000 euro il costo complessivo del Natale con 30.750 euro affidati all’AMAT per eventi e compagnia bella, e il resto gestito direttamente dalla squadra di governo per luci, ghiaccio (artificiale) e fuochi d’artificio. A contribuire al magico Natale: Astea Energia con 11.000 euro, Dea S.p.A. con 16.100 e la BCC con 1.500 euro. Babbo Natale ringrazia.

Roberto Bartomeoli, vice sindaco e assessore ai lavori pubblici a Recanati

Ma il vero colpo di scena lo regala il vicesindaco Roberto Bartomeoli, che rilancia: “Altro che critiche! I soldi di Astea del 2024 erano già evaporati prima del nostro arrivo, e non solo: era stata intaccata anche la metà dei fondi del 2025 e noi ci siamo trovati a raschiare il fondo del barile, anzi… del panettone!”. E rincara la dose: “Fiordomo sperava forse di trovare uno scandalo epocale, ma si è dovuto accontentare di un po’ di lucine e una pista ghiacciata anche perché in parte quei fondi sono stati girati anche alle associazioni che hanno contribuito al Natale come ai comitati di via Falleroni, Porta Marina, via Roma e Associazione Sound&More”.

 

 

La saga, naturalmente, non finisce qui. Vivere Recanati ribatte parlando di trasparenza scomparsa come il coniglio nel cilindro di un mago, mentre la maggioranza si difende evocando una “pesante eredità” e il mantra delle scelte obbligate.

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