29 settembre, una domenica piena di sorprese e di gioia per la parrocchia San Francesco. Al mattino 30 educatori con impermeabili e ombrelli preparano la scenografia. Piano piano il sole comincia a farsi strada tra le nuvole scure. Si decide di celebrare la Messa al Pincetto.
Il pranzo al pincetto è una festa nella festa. Venti chili di pasta, di cotolette e i dolci speciali, preparati con generosità e grande maestria dalle mamme e nonne della parrocchia, spariscono rapidamente nei piatti dei 200 affamatissimi ragazzi. E poi suddivisi in squadre si va alla ricerca delle aree gioco per le vie del quartiere. Ogni ragazzo fa un percorso di gioco e riflessione sulla scenografia (rispondendo alla domanda “quale è il luogo in cui ti senti più a tuo agio e chi deve ringraziare per averlo preparato”), sceneggiatura (chi ti ispira i pensieri e le parole che usi più spesso), musica (quale è la tua canzone preferita e il tuo cantante preferito), costumi (come scegli i vestiti che indossi, a chi ti ispiri, chi ti piace assomigliare).
Si torna al pincetto dove finalmente si scopre il regista misterioso: dietro il volo di una colomba si intravvede la presenza di Dio. “E’ la tua parte” è lo slogan della giornata, un invito a pensare la vita come scoperta dei propri doni, scoperta di essere stati pensati e amati da un regista che ha per ciascuno una parte speciale, assegnata con il battesimo e che l’ACR si impegna a far vivere al meglio.
E’ l’ora della merenda. Frittelle e zeppole calde, preparate con la solita e sempre sorprendente generosità, da oltre trenta generosissime mamme, nonne e babbi, fanno gioire i ragazzi e i tanti che si affacciano al pincetto per un saluto e se ne vanno con un dolce da portare a casa. I canti e i balli continuano; i trucca bimbi, i pop corn e giochi vari accompagnano le famiglie fino al tramonto.
E con grande meraviglia, attraverso l’impegno di un gruppo educatori affiatatissimo, di adulti e genitori generosi, in poco tempo si smontano le scene, il palco, le sedie, i tavoli, la cucina da campo e tutto resta pulito e in ordine, pronto per un ‘altra esperienza in cui ciascuno potrà, se vorrà, scoprire e vivere la sua parte.
Gabriele Garbuglia