Da imprenditore a scrittore, il passo è stato breve per Adolfo Guzzini che solo nel giugno 2021 aveva lasciato la carica di presidente emerito di iGuzzini illuminazione dopo aver venduto l’azienda, nell’ottobre del 2018, agli svedesi di Fagerhult. “Ho visto la luce. La storia di un imprenditore che ha portato la luce di Recanati nel mondo” è questo il titolo del libro, pubblicato da Baldini&Castoldi, in cui Guzzini racconta più che la sua storia quella della sua famiglia.

Nella prefazione del volume si legge questo:  “C‘è un colle, nelle Marche, oltre il quale, almeno con la fantasia, siamo andati tutti alla ricerca di un sogno. C’è una famiglia, nelle Marche, che ha portato non solo lo sguardo oltre la siepe, ma un’intera visione – che ne ha fatto una delle realtà imprenditoriali più luminose d’Italia e del mondo. Partendo da un materiale, il corno, che alla fine degli anni Trenta in pochi sapevano lavorare, arrivando al plexiglas e alla creazione di oggettistica per la casa, Adolfo Guzzini e i suoi fratelli iniziano un viaggio che continua tuttora, aprendo la strada dell’industria dell’illuminazione ai grandi nomi del design e a partnership di altissimo livello con il Centre Pompidou, l’area archeologica di Luxor, il Cenacolo vinciano a Milano, la basilica di San Pietro per la Pietà di Michelangelo. Oltre il colle c’è la luce: la luce è vita, fonte di idee. Guzzini e design diventano un connubio imprescindibile, la cui meta è l’armonia delle forme. Adolfo Guzzini è fra i primi a spalancare le porte della propria azienda ai nomi illustri del design italiano.

Poi, il punto di vista cambia: la luce plasma lo spazio e da oggetto, la luce si fa progetto. Esce dal teatro, dal cinema, e diventa protagonista nei musei, negli showroom, nelle case. A fine anni Settanta, l’illuminazione è luce architetturale. Successivamente, la luce arriva nelle città. Numerosi sono stati i premi e i riconoscimenti negli anni. Adolfo Guzzini, però, non ha mai rinunciato alla centralità del borgo natale e del suo territorio, all’importanza di una managerialità che parte dalla persona per esaltare la ricerca, lo sviluppo scientifico, l’innovazione, la cultura e la società. E come ci ricorda: «Il futuro è dell’illuminotecnica, la regia luminosa degli spazi, perché rende il mondo più bello».

Per la copertina del suo lavoro editoriale Adolfo Guzzini ha scelto “Le Perroquet”, un faro disegnato del Maestro Renzo Piano e la IGuzzini di oggi gliene rende omaggio in un post sui social. “Forse perché lui e la luce si guardano negli occhi da sempre, condividendo una visione straordinaria sul futuro della società. È il modo migliore per raccontare la grandezza di un uomo e di un imprenditore che ha contribuito così tanto a elevare l’Italia, il made in Italy, la iGuzzini e la sua Recanati in tutto il mondo. Noi, orgogliosi delle nostre radici e di un dna imprescindibili per guardare al futuro, non vediamo l’ora di leggere quest’opera per ripercorrere tanti momenti di vita vissuti assieme. Complimenti, Adolfo!”

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12 commenti

  1. Mi ricordo quandi i guzzini facevano le lenti d’ingrandimento in corno di rinoceronte…..in 40 anni miliardari….il miracolo italiano……

    • 17,36 se poi ci metti tutti i favori ricevuti dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia e… dal comune, nelle persone di Bravi, Fiordomo, Scorcelli, Bartolo, e compagnia bella! . Gli hanno regalato 3 milioni e mezzo di euro con i lavori per lo stadio. Lavori che doveva pagare lui! Che invece paghiamo noi col mutuo, per 25 anni!
      Facile fare i quattrini così!

  2. Roberto Brioschi on

    se lo sara’ pagato lio, il libro che autocelebra una imprenditoria familiare che, non avendo saputo evolversi, con la seconda generazione ha venduto l’azienda.

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