Sono ancora in un deposito del complesso di Villa Colloredo Mels molti dipinti ed opere varie di artisti recanatesi, che non riescono a trovare una collocazione decorosa. Purtroppo il Museo di Villa Colloredo attualmente non ha spazi sufficienti per esporre tutte queste opere.

Rodolfo Ceccaroni

Fanno eccezione le ceramiche del marchese Rodolfo Ceccaroni, considerato uno dei più valenti ceramisti italiani. Nel 1981, due anni prima di morire, l’artista dono al Comune 172 sue opere che vennero esposte prima nella Sala degli Stemmi del Palazzo municipale, poi ricollocate nell’allora Pinacoteca civica. Con il trasferimento di quest’ultima al Museo civico Villa Colloredo Mels, queste opere vennero tenute in magazzino per un lungo periodo e riesposte al pubblico nel 2012, nelle sale di Villa Colloredo Mels, solo dopo le proteste dei famigliari dell’artista, che minacciarono la decadenza dell’atto di donazione per mancata attuazione delle volontà del defunto.

Ma molti altri discendenti di artisti recanatesi minacciarono di riportarsi a casa le opere del loro familiare nel frattempo deceduto sempre per lo stesso motivo, ma non ottenendo ancora quella dovuta attenzione. Con tutto ciò le donazioni non si sono mai fermate.

Ultima è della recanatese Rosy Rappiccinì che nel febbraio di quest’anno esaudendo la volontà di suo marito Franco Mocetta, deceduto qualche anno fa, ha pensato di scrivere al primo cittadino per donare un quadro presente nella collezione di famiglia opera della vena artistica del suo caro consorte. Il quadro raffigura un paesaggio fluviale delle dimensioni di cm.79×62, esposto in diverse mostre ottenendo alcuni premi fra cui il 1° premio a Marina Palmense. Quando sembrava che di questo gesto di liberalità non interessasse a nessuno a Palazzo dopo sette mesi, l’amministrazione comunale, finalmente, in una riunione di giunta ha deciso di formalizzare questa donazione stabilendo che l’acquisizione del dipinto possa avvenire attraverso una semplice scrittura privata non autenticata da stipularsi tra donante e donatario. C’era solo da stabilire il giorno di questo incontro. Ma ad oggi nessuno si è fatto sentire. Non si dice, inoltre nulla, nell’atto di giunta dove sarà collocato il dipinto che essendo un dono fatto alla città di Recanati a cui Franco Mogetta era molto legato, si spera che possa trovare posto in un luogo decoroso e fruibile dai cittadini e non vada ad arricchire le opere in deposito.

quadro di Franco Mogetta

Si spera solo che presto si possa mettere mano al restauro dell’immobile ottocentesco ubicato in prossimità dell’ingresso al Complesso di Villa Colloredo in via Gregorio XII per il cui recupero ci sono a disposizione 875.087,33 euro rientranti nel piano dei fondi del Pnrr.

 

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8 commenti

  1. Non è che tutto quello che viene donato debba essere esposto.magari non ha valore artistico. E comunque in tutti i musei,gli scantinati sono pieni di opere non esposte. Nessuna novità dunque

  2. vendete tutto on

    magari il sindaco Bravi trova il modo di vendere anche questi….con tutte le buche che ci sono magari un piazzale a castelnuovo lo asfalta.
    ma pensate un po’ che una volta Recanati aveva pure una farmacia comunale, ma definitamente venduta nel 2011. chissà chi era vice sindaco al tempo..nel 2011

  3. Penso che solo un deficiente possa donare una o più opere d’arte a un Comune. E ancora più deficienti sono i parenti allorquando non esercitano immediatemente il sacrosanto diritto di invalidare l’atto di liberalità a fronte del mancato assolvimento degli obblighi cui quest’ultimo era condizionato

  4. si però sono collocate in cantina opere di biagio biagetti, direttore musei vaticani per oltre trenta anni.
    Vai soccio per te la cultura è coltura

  5. Scusate cari recanatesi, il Vostro commento non Vi sembra un pochino superficiale? Una donazione, di qualsiasi genere e valore va sempre tenuta in considerazione almeno per rispetto di chi l’ha realizzata e chi l’ha donata.
    Non bisogna essere per forza tutti Raffaello, Leonardo , o chi altro. Anche se i magazzini di altri musei sono stracolmi di opere non esposte anche questo è assolutamente sbagliato! Molto spesso sono oggetti ritrovati in scavi archeologici in piccoli centri, vengono portati nei grandi musei e rimangono nei sotterranei, perché considerati di scarso valore, meglio lasciarli al comune di ritrovamento.

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