Chiuso al Tribunale di Ancona il processo a carico dell’Asur Marche-Area Vasta 2 (ora Ast) che è stata condannata a pagare 323.951mila euro ai familiari (la madre, il figlio e i fratelli) di un 49enne milanese, in vacanza a Loreto, deceduto dopo essersi recato al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino.

L’uomo la mattina del 24 giugno del 2019 si era recato al “Santa Casa” per un forte dolore al torace e un episodio di vomito. Gli erano stati fatti gli esami di routine e poi era stato dimesso con il consiglio di una dieta leggera e una maggiore idratazione e la prenotazione di una Tac all’addome per il 27 giugno all’ospedale di Osimo. La mattina del 26 giugno, invece, il paziente era stato ritrovato morto nella sua stanza. L’esame autoptico ha collocato la morte non oltre la mezzanotte del 25 giugno. La diagnosi è stata la dissecazione acuta dell’aorta del cuore.

I suoi familiari, all’indomani della tragedia, avevano subito presentato ricorso ed era stata aperta anche un’inchiesta penale per omicidio colposo, poi archiviata dalla Procura. Nella sentenza di condanna si legge che “non è ravvisabile un nesso eziologico tra la condotta della struttura e dei sanitari e l’evento morte” ma solo di “perdita di chance di sopravvivenza e non si può escludere che una diagnosi tempestiva avrebbe consentito di candidare il paziente all’intervento chirurgico per cercare di sanare la dissecazione aortica”.

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