Maria Battistelli

Stando ai numeri di alcune associazioni di volontariato cittadino, come la Caritas, il Sermir o la Croce Gialla, si, i poveri sono cresciuti in questi ultimi anni, vuoi per l’emergenza Covid, la guerra, la disoccupazione e, in generale, la crisi economica che morde. Alla Parrocchia di Cristo Redentore, nel popoloso quartiere di Villa Teresa, l’aiuto non si ferma mai e anche oggi, su volontà di Don David Malavè, una volta al mese vengono distribuiti generi alimentari: “una volta – ci dice una delle volontarie della Caritas, Maria Battistelli – predisponevamo dei pacchi con diversi prodotti secondo i componenti del nucleo familiare, ma da circa un anno allestiamo sui tavoli, nel salone della parrocchia, tutte le derrate alimentari che abbiamo e sono le famiglie stesse a  scegliere gli alimenti che più aggrada. Questo perché nel passato si sono verificare delle situazioni non proprio corrette e qualcuno aveva denunciato che qualche alimento era stato gettato nei cassonetti perché non gradito. In effetti le famiglie che seguiamo sono diverse per religione, usi e costumi, in base al proprio paese di provenienza, cioè magari mangiano meno pasta e più riso, più legumi”.

C’è un tam tam, naturalmente, fra le diverse associazioni di volontariato e l’Amministrazione comunale in modo da evitare di aiutare le stesse famiglie, ma di arrivare a tutti quelli che hanno problemi. Se la Croce Gialla nel 2022 ha distribuito, con il progetto comunale del “Social Food” 220 pacchi alimentari mensilmente e consegnati a domicilio pasti caldi a 4 persone non autosufficienti, la Caritas di Villa Teresa segue circa 35, la maggior parte straniere (marocchine, pakistane e albanese oltre a circa 10 famiglie ucraine), 40 ne segue l’associazione che fa capo alla parrocchia di San Francesco e circa una decina quella de Le Grazie.

Ad usufruire di questi aiuti sono quelle famiglie di cui la Caritas ha già vagliato la condizione socio-economica: “ogni sabato mattina – ci dice ancora Battistelli – organizziamo un centro d’ascolto in parrocchia per conoscere le varie situazioni di tutto il territorio recanatese. Sulla base di questi incontri selezioniamo le famiglie aiutandoci anche con l’Isee che debbono presentare e non deve superare le 6 mila euro all’anno. Parlarci ci serve per conoscere bene la situazione attuale e reale del nucleo familiare in modo da decidere bene l’aiuto da dare. Se poi vediamo che la situazione è disperata interveniamo subito, senza aspettare la distribuzione vera e propria tanto in dispensa abbiamo sempre qualcosa”.

Già, ma chi riempie la dispensa della Caritas? “Ci arrivano gli alimenti dalla Caritas nazionale che a sua volta è aiutata dal Governo anche attraverso l’Europa) e un aiuto arriva anche dalla Diocesi. Qualche volta facciamo la raccolta nei supermercati, ma con la pandemia questa è un’attività che abbiamo interrotto. Però n nostro carrello per la raccolta di alimenti è sempre presente all’ingresso del supermercato del quartiere, il “Si con te” e devo dire che i loro clienti sono molto generosi e spesso il carrello è pieno di ogni genere alimentare a lunga scadenza”.

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6 commenti

  1. Encomiabile impegno delle associazioni di volontariato
    Assente l’amministrazione comunale che fa solo da filtro
    Come si legge sopra , iL sindaco Antonio Dovrebbe essere il primo protagonista per la soluzione dei problemi legati alla Fame dei suoi amministrati
    Dovrebbe vigilare la notte si accorgerebbe che in molti vanno a rovistare nei contenitori dei rifiuti !!!!!!!!!
    Invece dorme !!!!!

    D

  2. La povertà è in crescita in tutto il paese purtroppo. Bambini e anziani sono i più esposti ma spero che i servizi sociali di questo comune abbiano precisa contezza della situazione. L’assessora è una professionista.

  3. Possiamo fare mille discorsi ma avere figli piccoli vuol dire non poter lavorare e quindi povertà. Poi stanno a parlare di inverno demografico.

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