Toni pacati ma tantissima preoccupazione fra i dipendenti dell’azienda IGuzzini che oggi si sono riuniti in assembla insieme ai loro rappresentanti sindacali. Per giovedì pomeriggio, all’incontro fissato con la proprietà, i sindacati hanno ricevuto un mandato preciso: non si tratta di licenziamenti ma è necessario che l’azienda chiarisca innanzitutto le problematiche che l’hanno portato alla scelta di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 103 dipendenti e gli elementi di rilancio che la stessa intende mettere in campo per lo sviluppo futuro dell’impresa.

“Solo dopo– ci dice Marco Bracalente della Cgil – potremo iniziare a trattare soluzioni alternative al licenziamento con l’attivazione di tutti i possibili ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione straordinaria ai contratti di solidarietà”.

“Entrambe le assemblee sono state molto partecipate rispetto ad altre precedenti – sottolinea Giuliano Caracini della Cisl – perché c’è molta preoccupazione fra il personale che già da tempo aveva avuto sentore di qualcosa che non andava visto l’utilizzo costante che c’è stato dall’anno scorso della cassa integrazione ordinaria a causa, si diceva, del Covid”.

A cercare di tranquillizzare gli animi ci prova Roberto Masella (UGL): “Non è ancora cominciato nulla e per ora sul tavolo ci sono solo ipotesi. Andremo fino in fondo cercando di trovare la soluzione più idonea con tutta la tranquillità necessaria, senza voler creare agitazione da una parte o dall’altra. La preoccupazione c’è sicuramente, però non vogliamo entrare subito in contrasto con l’azienda, bisogna fare le cose come vanno fatte, con tutta la calma necessaria. I lavoratori non sono pessimisti perché l’azienda è sana ed è più di 60 anni che è sul territorio”.

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4 commenti

  1. E secondo voi vi svelano i progetti!!! Questi si sono comprati i prodotti ed il parco clienti, e tra qualche anno faranno tutto da dove il personale non rompe e i sindacati sono inesistenti! Cina o paesi simili. E voi? Cominciate a mettere da parte qualche soldo e smettetela di pagare le tessere ai sindacati che, se era utili negli anni 60, alla fine si sono persi e non possono nulla contro il mercato globale!

  2. Hai ragione!!! Sentirsi dire da un sindacalista di avere calma fiducia, fa ancora ribollire di più il sangue!! Calma? Pazienza? Qui è in gioco la vita di intere famiglie!!!! Cari sindacalisti vi è chiaro questo?

  3. Luca Falzetti on

    Stiamo al concreto, compagni. Non serve a nulla ripetere che “l’azienda è sana ed è più di 60 che sta sul territorio”. Guardatevi intorno e pensate, ad esempio, all’Elica di Fabriano, nata e cresciuta lì da parte di imprenditori del posto e che adesso non ci pensa un momento a chiudere uno stabilimento vicino e mandare a casa 400 e passa dipendenti.

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