Cristiano-Venturini_CEO-di-iGuzzini-illuminazione

Ha colto tutti di sorpresa la notizia che la IGuzzini illuminazione, dal 2018 in mano all’azienda svedese Fagerhult, ha aperto presso le organizzazioni sindacali territoriali e la Regione una procedura di licenziamento collettivo per 103 persone di cui due terzi del settore impiegatizio. Pensare che solo due mesi annunciava l’acquisizione di tutte le azioni di Sistemalux Inc. con sede a Montreal, in Canada, rafforzando così ulteriormente la sua presenza e quella del Gruppo Fagerhult in Nord America. “Nonostante le sfide e l’elevata aleatorietà del momento – affermava Cristiano Venturini, Ceo di iGuzzini illuminazione – non abbiamo esitato a continuare ad investire, per perseguire nuove evoluzioni tecnologiche e nuovi prodotti innovativi, e ad espandere la presenza sui mercati internazionali, migliorando la capacità di penetrazione di questo importante mercato caratterizzato da alta stima di crescita”.

E, invece, la crisi ha morso anche questo colosso e pian piano il fatturato è diminuito passando dai 238 milioni di euro del 2019 ai 190 del 2020 e presumibilmente ai 200 di quest’anno con un calo del 16% rispetto al 2019 che, in termini di soldi, significa circa 40 milioni in meno di ricavi. Già dal marzo dell’anno scorso era stata attivata la Cassa Integrazione, che ormai non è più prorogabile, poi sono stati azzerati i contratti a termine e mandati a casa gli apprendisti, ma sembra che ormai neanche tutto questo sia sufficiente per far quadrare di nuovo i conti e riportare in linea il piano economico aziendale.

Spiegano, così, i vertici dell’azienda illuminotecnica la scelta di eliminare almeno un centinaio di dipendenti, che oggi sono 736. Eppure, quando nel 2018 ci fu il cambio di proprietà dell’azienda, dalla famiglia Guzzini, che l’aveva fondata nel 1959, al colosso svedese, ci furono ampie assicurazioni sul mantenimento dell’occupazione e sul fatto che non ci sarebbe stato alcun ridimensionamento del personale.

Inutile, infine, appellarsi alla famiglia Guzzini: nell’agosto scorso, a completare la procedura di vendita, c’è stata, infatti, anche la definitiva uscita dalla società sia di Adolfo, allora Presidente Emerito, che di suo figlio Massimiliano, Vicepresidente e Chief Marketing Officer: entrambi, comunque, hanno mantenuto le quote azionarie nel Gruppo Fagerhult proprio con l’intento – era stato detto – di garantire continuità al progetto industriale dell’azienda recanatese.

 

 

Nelle prossime ore ci sarà un’assemblea del personale per cercare di arginare la proposta dell’azienda, ma non si nutrono grandi speranze.

 

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11 commenti

  1. italiaconvalore on

    Quanto glie ne frega al sindaco Bravi. grande amico di adolfo guzzini e paladino della sinistra piu becera e spregiudicata mai esistita. ed alla peggiore giunta che mai Recanati abbia avuto. l’importante è puntualizzare l’identità di genere delle assessorE o fare i comunicati rivolgendosi ai cittadin* .
    mi raccomado compagni. tutti all’arci a pugno alzato a difendere la fluidità di genere. ma fate pianetto, che rischiate de svegliare il figlio di adolfo, che tra un poco viè a dormì li vicino.

  2. Goffredo Natalucci on

    Un copione vecchio, già visto altrove (Whirpool). Un’altrettanto vecchia strategia: entrare in società con un concorrente e poi, pian piano, assorbirlo totalmente, fino al momento in cui decidere la sua liquidazione con un pretesto qualsiasi (la crisi…) e forti della maggioranza delle quote societarie. A questo punto, se ci si riesce, occorre solo limitare i danni per il territorio, danni che saranno certamente pesanti. E, giustamente, poco serve appellarsi sentimentalmente ai “vecchi” titolari.

  3. E’ finita l’era del protezionismo paesano, o della tessera di partito, o della ditta famigliare.
    Oggi in tutto il mondo si guadagna o si licenzia o si chiude e si va a produrre in Cina. Mettevelo sulla testa, e scommetto che quelli che si lamentano sono i primi che per rispqrmiare vanno a comprare ‘ merda’ dai cinesi……poi eccovi accontentati!

    • Chen il cinese. on

      I Cinesi, 18,23, sono l economia emergente, con il pil più alto al mondo. Moderni, produttivi, innovativi, veloci, pratici, di poche parole e molti fatti.Ricchi di cultura millenaria ((doppia di quella romana),di inventiva, di scoperte, di lotte, di amor patrio. Sciacquati la bocca quando parli dei Cinesi. E…se ancora non ti è noto :i Cinesi sono all avanguardia nella ricerca spaziale, tecnologica, in generale attualmente fanno il culo a tutti in tutti i campi. Infine sappi che se volessero, con i loro armamenti, i loro eserciti, potrebbero soggiogare l’intero globo in una settimana. Io compro Cinese.Sono europeo, povero europeo. Di merda europea ne ho comprata anche troppa. Un esempio? Le auto FIAT.

  4. Luca Falzetti on

    Il silenzio dei politicanti locali sulla vicenda è SCONCERTANTE. Evidentemente nessuno vuole mettersi in… cattiva luce (sic!) perchè probabilmente tutti sono debitori di qualcosa verso i vecchi titolari dell’azienda, che a loro volta fanno finta di non sapere nulla di ciò che sta avvenendo.
    Direttore, faccia un po’ di giornalismo e cerchi il parere di sindaci (passati e presenti), consiglieri (comunali e regionali), rappresentanti sindacali ecc. Forse così i cittadini recanatesi si faranno una idea più realistica delle cose.

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