Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Area vasta 3, Daniela Corsi, ha effettuato un sopralluogo all’ospedale leopardiano con l’assessore regionale Filippo Saltamartini e insieme hanno convenuto che ormai il servizio poteva essere rimesso a disposizione dei recanatesi visto che erano venuti meno gli impedimenti per cui si era deciso di tenerlo chiuso nei mesi scorsi. Per ora sarà accolta dall’esterno (chi muore in ospedale già adesso poteva usufruire della camera mortuaria) solo una salma alla volta in una delle due stanze a disposizione tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 19. La camera mortuaria rimarrà, invece, chiusa nei fine settimana, nei giorni cioè prefestivi e festivi, perché è stato ridotto l’orario di apertura della portineria da cui dipende la consegna delle chiavi.

L’impegno – assicura la Corsi – è di riaprire quanto prima anche l’altra stanza e stanno già concordando la convenzione con il Comune in quanto in questo modo l’Asur va a svolgere un po’ la funzione di sala del commiato ed ecco perché c’è la necessità di una convenzione con il Comune. Una soluzione che mette mano finalmente ad un grosso disagio molto sentito dalla popolazione costretta a dare l’ultimo estremo addio al proprio caro a pagamento nelle poche sale del commiato presenti nel territorio o negli obitori degli altri ospedali (Civitanova, Macerata o Ancona) dove generalmente si muore in seguito ad un ricovero ospedaliero.

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