È questo l’invito che mi sento di indirizzare a tutti quei singoli cittadini, organizzazioni culturali, professionali ed economiche, movimenti civici e forze politiche organizzate che sognano un cambiamento che possa finalmente approdare anche nella nostra città. Una città che appassisce giorno dopo giorno perché priva di quella linfa vitale che è la programmazione del suo futuro.

Un futuro non più legato al libero arbitrio di pochi ed iperattivi imprenditori del cemento ma ad un piano di sviluppo che preveda l’adozione di quella green policy, senza la quale non riusciremo ad agganciare l’Europa ma che significa anche, e soprattutto, il rispetto dell’ambiente, imprescindibile in una città a vocazione turistica come la nostra. La green policy, però, significa anche una industrializzazione green, che consentirebbe uno sbocco occupazionale ai tanti giovani che hanno le capacità e la voglia di contribuire allo sviluppo tecnologico di una comunità.

È un invito alla responsabilità che rivolgo soprattutto alle forze politiche che si richiamano agli ideali intorno ai quali è stata costruita la nostra Costituzione, che oggi si congiungono anche con quelli europei, solidaristici ed inclusivi, che hanno consentito all’Europa di mettere in comune un debito assolutamente non irrilevante per consentire a tutti gli Stati membri di ripartire insieme da questa crisi.

Noi siamo una piccola città dove ognuno conosce tutto di tutti ed anche il contrario di tutto per cui tentare di taroccare percorsi politici fatti negli scorsi anni non serve a nulla. Bisogna avere la capacità di chiudere con il passato e, fidandosi l’un con l’altro, avere la volontà di aprire una nuova stagione, dove ci sia non solo il desiderio ma l’effettiva capacità di includere tutta quella parte di società, disponibile ad impegnarsi senza la necessità di etichette.

La campanella ha suonato l’ultimo giro. Il tempo è scaduto e non ci sono più margini per tattiche e giochi al rialzo. Questo invito è formulato senza alcuna riserva mentale per future leadership o occupazioni di spazi. Pari dignità per tutti, unico imperativo la concretezza.

L’alternativa è quella di entrare nel pantheon degli incapaci.

Sauro PIGINI

Porto Recanati 2 febbraio 2021

 

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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    Ingegnere, non si avventuri nei fumosi discorsi tanto cari ai politicanti di vecchia data. C’è il caso di andare a sbattere. Qui è il momento di conoscere cosa va e cosa non va, che emergenza locali ci sono e come si intendono affrontare. In maniera concreta. Perchè se non dentro, chi amministra Porto Recanati e chi con lui si occupa delle questioni pubbliche è da tempo sul portone del pantheon degli incapaci (anche seguendo “fascinosi” modelli nazionali). Intanto però, per starne davvero fuori, sarebbe il caso di abbandonare le… cartoline ingiallite di Porto Recanati di 30-40 anni fa e guardare alla realtà per quella che è.

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