Era il 24 aprile scorso quando in occasione  dell’Anniversario della Liberazione che si sarebbe celebrato il giorno successivo, a Potenza Picena comparvero, attaccati in vari punti della città,  numerosi volantini adesivi con la fotografia del sindaco Noemi Tartabini  raffigurata a testa in giù e la frase “CREDERE, OBBEDIRE, PENZOLARE” con chiaro riferimento alle note  vicende di Piazzale Loreto.

La fotografia del sindaco Tartabini, peraltro risalente a quando la stessa era in stato interessante, suscitò subito le reazioni di tutte le forze politiche che condannarono in modo unanime l’ignobile gesto. La fotografia si diffuse   velocemente in rete e la notizia ebbe da subito ampio risalto sia sulla stampa locale che nazionale.

Immediata la reazione della Questura di Macerata che, grazie al dispositivo di sicurezza disposto dal Questore Antonio Pignataro  in occasione della festività del 25 aprile, ha consentito un intervento immediato a Potenza Picena da parte degli uomini della DIGOS diretta dal Vice Questore D.ssa Maria Nicoletta Pascucci, i quali hanno potuto da subito raccogliere preziosissimi elementi probatori successivamente  rivelatisi decisivi  per le indagini e per la successiva individuazione dei responsabili del gesto.

Le complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata, in particolare in prima persona  dal Procuratore Giovanni Giorgio, condotte sia con metodi tradizionali che telematici attraverso la testimonianza di decine di persone, l’attenta e certosina visione  di ore e ore di video registrati dalle telecamere di sorveglianza installate sia  nelle zone in cui erano stati rinvenuti i volantini sia nelle vie di accesso alla città, servizi di appostamento e pedinamento, l’approfondita analisi  dei dati raccolti e dei tabulati telefonici nonchè le perquisizioni locali effettuate in provincia, hanno consentito di chiudere il cerchio intorno a due soggetti, entrambi residenti in provincia che sono stati denunciati e indagati dalla Procura della Repubblica per il reato di Minaccia aggravata. Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini al fine di verificare se nella vicenda siano coinvolte anche altre persone.

Il sindaco di Potenza Picena quindi, oggetto di minacce come il Questore Antonio PIGNATARO, ormai identificato come il Questore “anti-cannabis”, per la sua lotta senza sosta contro la cd. cannabis legale e lo spaccio di sostanze stupefacenti, rappresentando lo Stato con Disciplina e Onore, anch’egli oggetto di frasi minacciose fin dal suo arrivo a Macerata.

Tali oltraggiose minacce avevano suscitato una forte reazione nell’opinione pubblica oltre ad un’aspra polemica politica .

Mesi di indagini condotte dalla DIGOS, che non hanno avuto sosta neanche nei difficilissimi mesi di lockdown, hanno permesso di raccogliere consistenti indizi e prove che hanno portato all’individuazione degli autori del vile gesto commesso in danno del sindaco di Potenza Picena, sia delle scritte fatte contro il Questore, in entrambi i casi, elementi politicamente orientati a sinistra, connessi agli ambiti della cannabis light e, nel caso del Questore, reso obiettivo delle minacce  per la  sua intensa attività contro ogni forma di illegalità che ha portato alla chiusura dei negozi cannabis shop e al contrasto alla criminalità organizzata dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

 

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