Il coronavirus ha cambiato completamente la nostra vita e l’invito alla calma e alla razionalità per gestire questa situazione nel migliore modo possibile arriva da Adelio Bravi, noto psicologo maceratese. “Bisogna evitare, dice, la tentazione di trovare una qualche soluzione miracolistica e di mettere in atto meccanismi di difesa troppo primitivi come la negazione di quello che sta succedendo o di fare i profeti di sventura che godono nel far paura agli altri. Né vale, dice, prendersela con qualcuno e cercare un responsabile che non c’è. La paura dobbiamo capire è una reazione fisiologica, quindi non è negativa, ma anzi necessaria. Quando è controproducente? Quando abbiamo più paura della mia paura che del virus”. Il professionista teme cioè che per alleviare la nostra paura si possa mettere in atto sbagliati sistemi di difesa “arrabbiandosi, negando, trovando un capro espiatorio o esagerando alcune situazioni. Quindi stiamo calmi perché questa è la strategia vincente”. Bravi punta il dito sul fatto che oggi non siamo più abituati ad affrontare le situazioni difficili e tendiamo a pensare che tutto possa essere controllato. “Il virus, però, ammonisce il professionista, non lo possiamo controllare e quindi dobbiamo essere capaci di accettare un livello di tensione piuttosto alto sapendo gestire l’ansia. Come? Cercando di capire e condividere, di mettere in atto un confronto sereno con la consapevolezza che a volte c’è l’ineluttabile, qualcosa che succede al di là della nostra volontà perché le cose accadono e dobbiamo solo attrezzarci per poterle affrontare e non scappare o rifugiarsi in una sedazione apparente”. Per Bravi è una questione di cultura dove ormai non insegniamo più ai bambini a gestire la frustrazione dell’errore, dell’insuccesso o dell’ineluttabile. “Un tempo il contadino metteva in conto che bastava una grandinata e perdeva tutto, era perfettamente consapevole che bisognava affrontare le situazioni con calma e raziocinio e sapeva reggere uno stato di tensione. Noi, invece, alla prima paura o ansia o ci prendiamo una pillola o diventiamo isterici”. L’invito dello psicologo, quindi, è quello di approfittare di questa forzata quarantena “per ridefinire i nostri rapporti, per trovare qualcosa di nuovo che ci aiuti davvero a costruire e non a distruggere. Non è detto che si debba per forza fare qualcosa insieme, è importante anche coltivare spazi personali in cui stiamo da soli, insegniamo ai bambini e a noi stessi a stare un po’ da soli, anche senza fare assolutamente niente, ma lasciando che la mente vaghi”.

 

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