nota del vescovo Nazareno Marconi
Cari fedeli,
con tristezza ma con senso di responsabilità per il bene comune,
visto il comunicato della CEI allegato, riassumo le indicazioni che ne conseguono per tutti noi:
1. Sono sospese tutte le celebrazioni di Sante Messe ed altre riunioni di preghiera con la partecipazione del popolo.
2. Le chiese restano aperte per la preghiera personale, invitando le persone ad attenersi a tutte le norme di distanza ed attenzione già indicate, per non mettere in pericolo sé e gli altri.
3. Sono sospesi i funerali. Il sacerdote può solo benedire la salma al cimitero. Invito poi i sacerdoti a celebrare privatamente una messa di suffragio per il defunto, come previsto dal messale romano senza partecipazione del popolo.
4. I sacerdoti a porte chiuse celebrino ogni giorno la santa messa senza il popolo, per pregare per i vivi e per i defunti.
5. Si possono suonare le campane per invitare le persone a pregare in casa.
6. Le comunità religiose che abitano nella stessa casa, compresi i sacerdoti delle case del clero, possono celebrare la liturgia a porte chiuse senza la partecipazione del popolo.
Mentre Vi benedico di cuore, assicuro la mia celebrazione della santa Messa per tutti voi dall’altare della Madonna della Salute: verrà trasmessa dal lunedì al sabato alle ore 7.30 e la domenica alle ore 10.30 sul canale 89 della televisione e in diretta streaming.
Comunicato Stampa n. 11/2020
Decreto “coronavirus”: la posizione della CEI
La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese.
Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.
Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.
L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica.
Roma, 8 marzo 2020