Dopo la polemica sul taglio delle piante, era nata anche la preoccupazione di salvare i fregi presenti sulla facciata della palazzina dell’ex casa di riposo, costruita nel periodo del ventennio fascista su di un lato del vecchio ospedale, su volontà del tenore Beniamino Gigli. Le decorazioni a basso rilievo sono poste su delle lunette sulla parte frontale dell’edificio, quella che guarda il piazzale dell’ospedale.

La struttura andrà demolita nei prossimi giorni e al suo posto sorgerà la casa della salute finanziata con i fondi del Pnrr per 5.155.000 euro. Essendo l’edificio pubblico con più di 70 anni di vita, per questa operazione è necessario il nulla osta della Sovrintendenza che ha imposto di salvare e ripristinare quei fregi.

L’edificio, come dicevamo, fu voluto dal tenore perché accanto all’ospedale cittadino nascesse una casa di riposo intitolata a sua madre, Ester Gigli, e siccome il progetto e la sua realizzazione fu interamente finanziato dal tenore i fregi riproducono, oltre ad altri simboli, anche il Giglio, emblema proprio della sua famiglia.

La parte dei fregi, se ne contano 12, sarà tagliata e posta poi in posa sulla facciata del nuovo edificio che subirà un piccolo ampliamento verso l’area dove sono state demolite le piante il cui taglio ha destato tanto sconcerto fra i recanatesi.

Unico rammarico è la non previsione – afferma l’assessore Maurizio Paoletti con delega alla sanità ed urbanistica – di un parcheggio interrato che poteva essere costruito approfittando proprio della totale demolizione del vecchio edificio”. Modificare il progetto non era neppure possibile perché la nuova costruzione è realizzata, come dicevamo, con i fondi del Pnrr e deve essere conclusa entro il 2026. “Questo, comunque – aggiunge Paoletti – dovrebbe indurci ad interessarci con maggiore motivazione e convinzione di recuperare parcheggi indispensabili per l’ospedale che si sta arricchendo di nuovi servizi, magari rispolverando il progetto di adibire a sosta l’area che sorge accanto alla dialisi e che si estende a lato del vialone che dalla ex SS77 conduce all’ingresso del Centro Nazionale di Studi Leopardiani”.

Un tentativo ci fu anni addietro su iniziativa dell’ex sindaco Fiordomo che giunse persino a deliberare l’esproprio del terreno, 3,200 mq. per soli 15.000 euro, per costruirvi un parcheggio per circa 50 posti auto. Il Centro Studi, allora, si era opposto riuscendo a stoppare il progetto per la modalità con cui era stato avviato che non venne affatto gradita dal suo presidente, Fabio Corvatta, che, invece, si è sempre reso disponibile a valutare la fattibilità di un parcheggio a servizio non solo dell’ospedale, ma anche dello stesso Centro leopardiano e del Fai che gestisce l’Orto dell’Infinito.

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