Il recanatese Daniele Caporaletti, residente nella zona del Piano Particolareggiato di Fontegrande avanza tanti dubbi sulla sicurezza delle costruzioni realizzate e vuol avere certezze. Così, dopo un lungo iter di carte bollate, avvocati e tribunali, ha scritto ancora una volta al Sindaco ed alla Procura della Repubblica di Macerata per avere certezze di quello che è stato realizzato, “a sua insaputa” lui dice, sia sotto la sua proprietà, sia lungo la bretella Paolina, sia sul verde pubblico che insiste in zona.

La storia parte nel 2007 quando si accorge che sul lotto di sua proprietà sono stati realizzati pali di un metro di diametro e tiranti per l’ancoraggio di un muraglione già realizzato (alto 7 m. lungo 100) nel terreno confinante. Nel 2008, nonostante i tiranti realizzati, parte del muro crolla ed in breve viene ricostruito senza tiranti. “Il mio terreno, però, subisce una svalutazione per la presenza dei pali e, chiedendo di essere indennizzato, scopro che per il muro non sono stati depositati né relazione finale né collaudo, anche se sotto il muro c’è un parcheggio pubblico ed un marciapiede già utilizzati da tempo”.

Si arriva al 2011 con un primo collaudo, ma vi sono opere non previste e per queste viene presentano un progetto a sanatoria. Nel 2016 (ad 8 anni dall’ultimazione lavori e dal suo utilizzo) arriva il collaudo apparentemente conclusivo. Le cause comunque vanno avanti con il loro ritmo e nel 2009 il Consiglio di Stato ordina l’abbattimento del muro, non autorizzato e non sanabile, a cura del Comune, e nel 2021 la Corte d’Appello condanna la ditta esecutrice dei pali alla rimozione degli stessi ed al pagamento dei danni.

Nel frattempo mi sono rivolto ad un professionista che mi attesta la presenza di problemi e mancanze non solo per il muro su Via Giunchi ma anche su altri muri (su via Paolina Leopardi e sul parco pubblico) per cui ritengo necessario che le autorità preposte facciano i necessari controlli”.

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5 commenti

  1. anna maria fedeli on

    Non so nulla di questa vicenda ma per amara esperienza personale posso dire che per le varie amministrazioni comunali recanatesi entrare nelle proprietà private, fare impunemente quello che si vuole, non pagare il dovuto, non perfezionare i passaggi di proprietà, non indennizzare i danni arrecati, non accordare la retrocessione di quanto espropriato e non utilizzato, occupare l’accesso a un immobile e pretendere il pagamento di occupazione suolo pubblico solo per consentirne l’uso altrimenti interdetto, è ormai prassi consolidata. Questo, da decenni, è il livello di rispetto delle rrregole da parte di questa pubblica amministrazione.

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