LETTERA APERTA, IN RISPOSTA, A CPC
Le speculazioni non appartengono a chi ha sottoscritto una interrogazione che intende semplicemente chiedere gli interventi che verranno predisposti in emergenza ed urgenza.
Le speculazioni non appartengono e non apparterranno mai a chi ha vissuto sulla propria pelle giorni e notti di angoscia per fenomeni (quasi sempre legati anche all’alta marea) di dimensioni non paragonabili all’ultima mareggiata.
I ricordi che scorrono continuamente nella mente ad ogni ripetersi del fenomeno sono quelli che hanno interessato i vari tratti della nostra costa in modo ben più imponente. Impossibile non ricordare la mareggiata dell’8 dicembre 2008 quando tutta la zona sud era raggiungibile solo con i gommoni dei VVFF per portare al sicuro le famiglie di quella zona rimaste anche senza luce, quando è crollato il Masaya e la ghiaia e sabbia, dopo aver rotto le vetrate, raggiungevano il tetto del locale de La Rotonda, danneggiando anche la massicciata della ferrovia tappando ovviamente il sottopasso, la zona si raggiungeva solo a piedi passando sopra almeno 2 metri di ghiaia. Sulle onde viaggiavano frigoriferi, mobili e suppellettili provenienti (probabilmente) dal Natural Village anch’esso danneggiato. Sommerse le palazzine della Pineta. Non fu risparmiata la zona più centrale, soprattutto, dal Circolo della Vela alla foce del Potenza. Qualcuno forse non ricorda che le onde battevano sulle case della 1° fila portando con se barche e pattini (lo sa bene l’assessore Carrabs chiamato in emergenza a verificare e salvato solo perché si è arrampicato su un terrazzino), crollava l’Acapulco, sommersi gli altri balneari, ghiaia e sabbia hanno raggiunto il parco Europa per quasi un terzo del verde, quando piazza Giovanni XXIII era invasa dall’acqua come via Garibaldi per un lungo tratto. La caserma della Finanza si raggiungeva anch’essa solo con gommoni, i garage della zona completamente allagati, con le fognature intasate ovviamente dai detriti ed incapaci di fare la loro funzione, mentre il fiume saliva per l’ostruzione alla foce. Quella è stata una tragedia vera dalla quale è scaturito poi, a fatica, il finanziamento di Ministero, Ferrovie e Regione.
E come non ricordare le mareggiate che hanno colpito Scossicci. Quante volte il Camping Bellamare è stato sommerso per oltre la metà da sabbia ed acqua e soprattutto le strutture limitrofe danneggiate. In particolare Le voci del Mare ha avuto le sale ristorante piene fino al soffitto di sabbia e ghiaia con la disperazione dei proprietari e delle tante squadre di Protezione Civile che sono intervenute in aiuto anche fin da Cingoli. Oppure quando è crollato il Palm Beach e nottetempo i VVFF hanno portato fuori quanta più mobilia possibile con il timore di nuovi crolli. E la S.P. 100 era invasa dai detriti fino alla pista ciclabile posta sul lato opposto. Era, se la memoria non mi inganna, la primavera 2014. E poi la mareggiata del giugno 2016 che, sempre nella zona sud ha infierito nuovamente su La Rotonda procurando anche una brutta frattura a Daniel che tentava di mettere in salvo quanto faticosamente avevano cercato di ricostruire. E i danni ripetuti allo Chalet Mauro che li hanno indotti a lasciare quanto avevano faticato oltremodo a realizzare?
Come non ricordare, ad ogni mareggiata, tutto questo? Ma sono solo di alcuni dei tantissimi episodi vissuti.
Io c’ero. Insieme a tantissimi altri, ma io c’ero, sempre, giorno e notte. Forse non chi scrive su CPC. E quelle immagini sono impresse nella mia memoria ancora con tanta angoscia. Ti chiedi: quando finirà? Come faremo a ripristinare? Come consolare le lacrime e la rabbia dei danneggiati. Non contano la rabbia e reazioni scomposte di qualcuno. Mai fatto caso ad esse. Comprensibili per chi vede crollare il lavoro di anni e messo in pericolo quello futuro, per chi sa di dover, intanto e forse per sempre, sborsare tanti soldi per la rimessa in pristino.
Eppoi, ma subito, ti rimbocchi le maniche, informi gli Enti sovracomunali, l’ufficio tecnico interviene in somma urgenza senza risparmiarsi, si riaprono le vie, si ripuliscono le strade, si facilitano gli interventi dei privati, li si aiuta per quanto possibile nell’emergenza con la Protezione Civile, si fa la conta dei danni, si chiede il rimborso.
Sempre così. Abbiamo potuto contare sulla condivisione e partecipazione degli Enti Sovracomunali. La Provincia ha fatto interventi di scogliere radenti a protezione del marciapiede (anche crollato in alcuni punti) e della strada in somma urgenza nel giro di pochissimi giorni, la Regione ha verificato. Per le risorse c’è sempre stato bisogno di chiedere, chiedere, chiedere e aspettare. Noi come altre zone. Montemarciano in testa.
Ecco perché la nostra non è non può essere in alcun modo speculazione. La nostra è preoccupazione. Perché sappiamo che la “bestia” è dormiente anche per lunghi periodi ma può risvegliarsi in qualsiasi momento e può far male, tanto. E sappiamo che la realizzazione delle nuove scogliere richiederà tempo 2, 3, 4 anni Dove sarà fatto questo stralcio? Quale sarà l’effetto bordo se non si potrà proseguire con immediatezza ? Per questo riteniamo che anche qualche intervento tampone che doveva essere attuato nel 2023, magari, potrebbe ancora oggi essere utile senza cercare sempre qualcuno che si assuma la responsabilità. Un intervento tampone? Certo non la risoluzione, ma all’opera bisogna arrivarci ed il mare non aspetta. E lo abbiamo detto in epoca non sospetta, a marzo 2023 e l’11 marzo 2024 in Consiglio Comunale non oggi dopo l’evento.
Avremmo dato le indicazioni della nostra esperienza ma nessuno ce l’ha chiesto perché, evidentemente e certamente, chi amministra sa fare da solo.
Per questo oggi vogliamo solo sapere. E nessuno si permetta di dire che questa è la peggiore delle mareggiate o che questa situazione è la più complicata, è stata una notevole mareggiata alla quale bisogna far fronte, perché non è vero e non si rispetta la storia, non noi di cui niente vi interessa.
Rosalba Ubaldi
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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    Signora, parlare di speculazioni politiche quando ci sono state tante speculazioni edilizie lungo la spiaggia di Porto Recanati, con il risultato devastante che è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere, è semplicemente patetico. Qui nessuno può dirsi innocente, ma tutti hanno una colpa: continuare a spendere quattrini contro un fenomeno naturale che non ha l'”educazione” di rispettare gli interessi di pochi.
    Le mareggiate sono… democratiche! Per fortuna.

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