Non si è ancora risolto nulla, seppur a distanza di un anno, per venire incontro al disagio di una studentessa affetta da una disabilità, che frequenta l’alberghiero di Loreto, residente a Villa Musone di Recanati. La ragazza è costretta ad attendere lo scuolabus sopra un marciapiede radente una strada, via Capodaglio, dove sfrecciano veicoli ad alta velocità. I familiari da tempo chiedono al Comune e alla Regione che il pullman di linea faccia una piccola deviazione, di appena 50 metri, per farla salire in tutta sicurezza, come avviene, d’altra parte, per altri mezzi pubblici proprio nello stesso luogo. “Siamo profondamente delusi, commenta la zia della studentessa, Lucia Polito. L’assurdo è che altri pullman questa deviazione la fanno, ma non quello che prende lei per andare a scuola. Una forma grave di discriminazione”.

Il caso era approdato l’anno scorso in consiglio comunale su iniziativa di Benito Mariani, consigliere della Lega, ma neanche questo è servito a garantire maggiore attenzione e sicurezza alla studentessa. “Io – aggiunge infine la zia – ho sollecitato ulteriormente la Regione che ogni qual volta mi risponde che se il Comune di Recanati non dà il nulla osta loro non possono prendersi la responsabilità. Il Comune, cioè, dovrebbe fare richiesta formale, perché in assenza di questa la Regione non prende l’iniziativa di modificare il percorso del bus”.

Il tema ritorna oggi prepotentemente di attualità in occasione del 34simo anniversario dell’emanazione della Convenzione Internazionale per la salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che cade il 20 novembre: troppo spesso tante belle parole e iniziative che fanno fatica, però, a tradursi in atti concreti.

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