Si è tenuto questa mattina nel convento di Recanati il XXXVII° Convegno Missionario delle Missioni Estere Cappuccini. È stata l’occasione, oltre di riflettere sulle parole del Papa, di presentare i tani progetti su cui sono impegnati in Africa, specie in Etiopia e nel Benin, i frati Cappuccini delle Marche. “Lo slogan delle nostre attività è “insieme con i bambini. Lunedì 18 settembre a Djeffa in Benin – ha annunciato il volontario e collaboratore Giuseppe Pacini – sarà inaugurato un nuovo asilo che accoglierà circa 60 bambini per permettere loro di frequentare i corsi di alfabetizzazione di preparazione alla scuola primaria. Ciò è stato reso possibile grazie al supporto di una famiglia che ha perso il loro figlio di 3 anni e che ha voluto contribuire per assicurare un futuro migliore a questi bambini”.

Pacini ha annunciato anche che è stato concluso un accordo con l’associazione di Padova “For life” per raddoppiare il progetto a favore dei bambini spaccapietre. “Chi sono? Hanno dai 2 – 3 anni in su e stanno 10-12 ore al giorno a spaccare le pietre con grossi e rudimentali martelli. Questi duro lavoro naturalmente comporta che soffrano di problemi agli occhi e agli arti. È fondamentale, quindi, toglierli da quel lavoro e permettere loro di andare a scuola: grazie ai proventi della vendita delle Uova di pasqua e i contributi di vari benefattori abbiamo sostenuto in questi ultimi anni 250 bambini e più di quello non riuscivamo ad aiutare. Oggi, con l’accordo raggiunto, raddoppiamo il numero e saranno 500 i bambini che non spaccheranno più le pietre”.

Pacini ha, quindi, illustrato il progetto legato alla costruzione di una nuova scuola superiore a Sotho, in Etiopia che ospiterà mille ragazzi. “Sarà una scuola a pagamento dove, però, solo 900 pagheranno una retta mentre gli altri 100, che non hanno la possibilità di pagare, potranno frequentarla gratuitamente. La spesa è di oltre un milione di euro ed è finanziata in parte, con il generoso contributo di circa 600 mila euro, della CEI. È lo stesso governo che ci ha chiesto di costruire una scuola di alta qualità per offrire opportunità di studio e di lavoro a tanti ragazzi che potranno così camminare da soli e avere un futuro migliore nel loro paese. La scuola sarà costruita all’interno del Centro di recupero di oltre 1000 bambini che per motivi diversi sono stati abbandonati per strada. I soldi, che entreranno dalle rette pagate dagli studenti di questa scuola, saranno messi a disposizione anche per finanziare il Centro che ha costi elevatissimi e non riesce a sostenersi solo con le offerte”.

L’ultimo appello è rivolto a tutti: “il progetto delle adozioni a distanza vede, purtroppo, diminuire sempre di più i benefattori: per chi adotta sono pochi euro al mese, per questi bambini e le loro famiglie significa un futuro migliore”.


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