Era il 30 luglio scorso e una coppia di turisti – di cui lei malata di Parkinson e con molte difficoltà nel deambulare – si presenta a casa Leopardi con la speranza di poter visitare le stanze dove trascorse parte della sua gioventù il giovane Giacomo. Qui l’amara sorpresa: “alla biglietteria – racconta l’uomo – ci hanno detto che per l’abitazione e la biblioteca c’erano da fare molti gradini e non c’era nessun ausilio per chi avesse delle difficoltà mentre per il museo non c’erano problemi”.
Tanta la sua rabbia nel vedere così poca sensibilità verso la disabilità specie – lui scrive – in “un museo aperto al pubblico, sì al pubblico sano e degli altri chi se ne frega! Il FAI che ha inserito casa Leopardi fra i “luoghi del cuore”– conclude la nota – dovrebbe stare attento a questo aspetto perché il patrimonio artistico paesaggistico italiano, che il FAI tutela nello spirito della costituzione, è di tutti i cittadini e non solo di quelli sani”.
Una rabbia comprensibile, certamente, ma purtroppo il palazzo – come si legge mel sito di casa Leopardi e come la contessa Olimpia ha spiegato all’uomo rispondendo per email alla sua protesta – è una “dimora storica dalla vicenda costruttiva plurisecolare e sottoposta a vincolo architettonico (Legge 1° giugno 1939, n. 1089 art. 2), presenta limitazioni oggettive per il superamento delle barriere architettoniche e per la fruibilità di alcuni spazi da parte delle persone con disabilità motorie. Dal 2016 – anno in cui la Soprintendenza archeologica alle belle arti ci ha dato responso negativo alla richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche – cerchiamo di venire incontro con un biglietto omaggio per visitare la mostra permanente in cui i disabili motori possono accedere grazie alle pedane.
Per cui la biblioteca e il piano nobile di Palazzo Leopardi risultano inaccessibili ai disabili in sedia a rotelle e sconsigliati alle persone con difficoltà motorie. Sono invece completamente fruibili gli spazi espositivi che ospitano il museo”.
5 commenti
Ma non c’è un addetto alla sicurezza? Cosa sta a fare?
tu hai capito tutto…
Potrebbero starci i volontari della protezione civile o croce gialla.
anonimo/a delle 00:26 del 20 agosto:
ho capito, ho capito bene tutto, non ti preoccupare.
Tu piuttosto, lavati i denti..
Contrariamente a come avveniva in passato, in assenza di un montascale, il personale e i familiari del disabile non possono movimentarlo in nessun modo. Ne consegue che – ai fini legali – nessun operatore (anche chi ha formazione medica) può fisicamente sollevare un disabile e aiutarlo a superare le scalinate interne al palazzo.