Piove, governo ladro, ma anche se non piove la gestione dell’acqua agita ugualmente la politica che si divide fra destra e sinistra sul modello da scegliere per la governance della risorsa idrica. Per il riordino del sistema idrico, il presidente dell’Aato 3, Alessandro Gentilucci, punta su una società di primo livello, cioè una nuova realtà partecipata solo dai Comuni appoggiato da gran parte dei sindaci dell’area del centro destra.

Una scelta osteggiata dai primi cittadini di centrosinistra che in otto (Simone Pugnaloni di Osimo, Leonardo Catena di Montecassiano, Rolando Pecora di Montelupone, Fabiola Principi di Loreto, Antonio Bravi di Recanati, Angela Barbieri di Montefano, Franco Capponi di Treia e Andrea Michelini di Porto Recanati) hanno sottoscritto una mozione, da discutere alla prossima assemblea consortile, che chiedono, invece di crearne una nuova, la  fusione delle società attuali che gestiscono oggi il servizio in convenzione con l’Aato, e cioè Sii Marche, Unidra e Centro Marche Acque, legate a loro volta ai gestori operativi, cioè le società locali. Si tratta della cosiddetta ipotesi di secondo livello che dovrebbe evitare – dicono – un possibile aumento della tariffa per i cittadini e probabili indennizzi milionari.

Con una società di primo livello si procede a un nuovo affidamento – scrivono –. Per farlo, tutti i Comuni dell’Aato 3 devono deliberare la quota di partecipazione alla NewCo, approvare lo statuto, accantonare le somme per la costituzione, e motivare la costituzione di questa nuova società. La NewCo dovrà avere capacità finanziaria per indennizzare tutti i gestori, subentrare in tutti i mutui, anche quelli di Acquedotto del Nera, subentrare nelle garanzie e obbligazioni dei finanziamenti o estinguerli, e dovrà rilasciare fideiussioni all’Aato 3 a garanzia di questi pagamenti”.

In soldoni si parla di un’operazione di 200 milioni per i Comuni a cui aggiungerne altri 10 per le perdite di esercizio nei bilanci annuali dei Comuni per tre anni, per le società chiuse. Senza parlare di probabili e sostanziosi aumenti delle tariffe. “L’affidamento a una società di secondo livello invece – si legge ancora nella mozione presentata dagli 8 sindaci – è un rinnovo dell’affidamento attuale e si procede così: Sii Marche e Unidra deliberano l’incorporazione, poi si passa all’aumento di capitale per l’ingresso di Cma, Acquambiente e Nera. La società è composta dai Comuni (soci di Sii Marche e Unidra), gestori (Cma e Nera) e gestori operativi (Acquambiente, Atac, Apm, Assem, Assm, Valli Varanesi). I Comuni cedono le partecipazioni a gestori e gestori operativi. La società incorporata può essere dichiarata gestore unico, chiedere la proroga dell’affidamento e poi il rinnovo per 30 anni. Non ci sono indennizzi, perché tutti sarebbero incorporati; i Comuni hanno la rappresentanza con il sistema di governance dualistico, da un lato un consiglio di indirizzo – con rappresentanti dei Comuni – e dall’altro un consiglio di gestione”.

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