Non c’è dubbio che la scelta di narrare la carriera di Rina Gigli, figlia di Beniamino, esplorando nell’intimo il rapporto tra padre e figlia, sul piano degli affetti e su quello artistico, poteva non essere facile. Debuttò con successo il 23 maggio 1943 al Teatro Regio di Parma come Violetta ne La traviata, accanto al padre.
Si esibì nei maggiori teatri italiani e mondiali: Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Colón di Buenos Aires, Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Opera di Madrid. Tra le interpretazioni più fortunate, Mimì ne La bohème, Manon, Nedda in Pagliacci, Desdemona in Otello, Violetta ne La traviata. La carriera si protrasse per 35 anni; l’addio alle scene fu nel 1971 al Teatro San Carlo di Napoli Pagliacci .
Il racconto proposto al pubblico (tutto esaurito in piazza Leopardi), un testo elaborato dal maestro Riccardo Serenelli, ed affidato alla voce di Luca Violini, è entrato nel privato non solo di due artisti, ma anche di genitore e figlia. I “dubbi” sul matrimonio che avrebbe ostacolato la carriera di Rina, la “corsa”, abbandonando le prove quando arriva il nipotino, testimoniano di un Beniamino Gigli comunque vicino alla figlia cui non esita poco prima di debuttare su uno dei teatri dal più critico dei loggioni a dire “dimentica di chi sei figlia e canta!”.
“Essere diva” è anche un momento di profonda lirica e il maestro Riccardo Serenelli costruisce un elaborato ma gradevole susseguirsi di musiche e belcanto, tutto al femminile. E sullo sfondo del palazzo comunale i volti dei due artisti che quasi sembrano sfuggirsi.
La sorpresa è rappresentata dal quartetto di fiati F.A.T.A. che incanta il pubblico inframezzandosi alle limpide e armoniose voci delle soprano MIcaela Carosi, Patrizia Biccirè, Anna Delfino e Lilly Jorstad, accompagnate al piano da Serenelli che si fa affiancare dalla vituosa del violini Irene Tella.
Il tripudio finale quando le quattro artiste infiammano il pubblico con l’esecuzione di “Mamma”, inno gigliano per eccellenza.
Il Gigli Opera Festival è stato anche un momento di riconoscimento alla carriera delle soprano Micaela Carosi e Patrizia Biccirè cui è stato assegnato il Premio Gigli Opera Festival, due realizzazioni artistiche frutto degli studenti dell’indirizzo design dei metalli del Liceo Artistico “Cantalamessa” di Macerata che sotto la guida del prof. Marco Cingolani hanno preparato diversi modelli, due dei quali poi scelti per la premiazione. Scelte le opere di Yuri Ridolfi e Johnson Salman.
Il GOF ritorna il 16 agosto con Boheme.