Di nuovo, come fa ormai da vent’anni, l’Associazione Ciclistica Recanati ha promosso l’esperienza del pellegrinaggio in bicicletta a un Santuario d’Italia: stavolta trecentoquindici chilometri, per arrivare, in un giorno, al Gargano. Quaranta ciclo-pellegrini esatti. Perché? Perché occorre destarsi, praticare forme di resistenza all’immobilità.

La partenza è dilazionata in vari gruppi, secondo le possibilità di ognuno. Per il gruppo principale il giorno si risveglia in un cupo grigiore, minaccia pioggia, lo sguardo inquieto e desideroso all’orizzonte. Ma tutto procede per il meglio: il lungo nastro dell’Adriatica percorso a buona andatura, l’attraversamento di Pescara con gli amici ciclisti di lì, il mare compagnia costante, la costa dei trabocchi, la pioggia che arriva solo durante la sosta pranzo. Temperatura ideale per pedalare. Perché in bici? Perché a differenza dell’auto, che in poco brucia troppo spazio, la bici permette di cogliere le differenze come legate da un filo invisibile: scorci, incontri, paesaggi, le atmosfere. E poi fa fare i conti col corpo. Come sulla salita finale di S. Marco in Lamis – ebbene, sì – stremati.

Poi l’arrivo tutti insieme a San Giovanni Rotondo: Padre Pio, quel suo corpo segnato dall’amore, dalla Vita. E il giorno dopo a Monte Sant’Angelo e la grotta ch’è potente, paradossale “porta del cielo”, la grotta senza tempo – come il volto dell’Angelo – a cui milioni di pellegrini nei secoli sono giunti, uniti nel canto, a invocare grazia e protezione, a sconfiggere l’ombra che alberga nel cuore. Uno di quei cammini che ha segnato, anzi ha costruito l’ossatura di tutta l’Europa.

Tornati a San Giovanni Rotondo si vive l’intensità d’una Messa celebrata anche per Gino e Lauro che, come si dice? ci hanno lasciati quest’anno, e invece pedalano ancora accanto a noi, ma in altro modo. Fattasi reale l’esperienza, calata pienamente nella carne, vedi quello che non si vede, tracce di cielo e di vita lungo le vie del mondo. Non restiamo immobili, facciamoci strada.

Un immenso grazie a Giuseppe Montenovo per l’organizzazione, perfetta.

Allori Giovanni, Flamini Valter, Savino Domenico, Belardinelli Marco, Montironi Marino, Martorello Sandro, Chiusaroli Giordano, Vecchi Samuele, Bonvecchi Matteo, Spalletti Daniele, Pierdominici Manuel, Ortenzi Gabriele, Sperindè Davide, Jachetta Renzo, Trucchia Giacomo, Vertuani Ivan, Marconi Alessandro, Zeppilli Tommaso, Masaccesi Francesco, Mangoni Francesco, Regnicolo Sauro, Stacchiotti Mario, Bartolini Luigi, Frogioni Sergio, Marconi Alfredo, Brandoni Maurizio, Crocioni Stefano, Gigli Alessio, Prenna Massimiliano, Giorgetti Simone, Carpini Roberto, Vesprini Graziano, Ricciardi Graziano, Bugiolacchi Gabriele, Lassandri Mirco, Lucarini Mauro, Cagnoni Marco, Grassetti Simone, Formiconi Giordano, Pettinari Giorgio. Ai mezzi d’assistenza: Eugeni Silvano, Mangoni Valter, D’Amico Sergio, Mancinelli Urbano (fotografo).

Matteo Bonvecchi

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