In vista dell’incontro con la poeta indiana Arundhathi Subramaniam, previsto per domenica 4 giugno in anteprima nazionale a Recanati presso il Centro Mondiale della Poesia con orario di inizio fissato alle 17:30, le abbiamo rivolto qualche domanda.
Verrai a Recanati, patria di Giacomo Leopardi e città per eccellenza della poesia: conosci questo poeta e, in generale, la poesia italiana?
Quando nella tua prima lettera mi hai accennato dell’invito a Recanati, patria di Giacomo Leopardi, mi sono emozionata. Per prima cosa, l’invito da parte di un poeta e in un luogo associato a un altro poeta è sempre profondamente attraente. Inoltre, conosco certamente Leopardi, anche se non sono sicura quando ho letto per la prima volta la sua opera. Credo che sia stato quando divoravo Rilke come studentessa di letteratura e ho appreso che Leopardi aveva avuto un’influenza su di lui. In quella occasione credo di aver letto alcune liriche di Leopardi in traduzione inglese. Mi sembra di ricordarne una intitolato “Infinità” o “L’infinito”, che mi lasciò un’impressione molto forte.
Per quanto riguarda la poesia italiana, purtroppo non leggo l’italiano, anche se, come gran parte del mondo, sono innamorata del suono della lingua. (Dico sempre ad Andrea Sirotti che preferisco il suono del mio lavoro in traduzione italiana piuttosto che nell’originale inglese!) Tuttavia, ho letto alcuni poeti italiani in traduzione inglese: Montale, Salvatore Quasimodo, Cesare Pavese, Ungaretti (tradotto da Jane Kenyon, se non ricordo male) e Piero Bigongiari (che ho scoperto quando ho ricevuto un premio in sua memoria), tra gli altri.
Nel tuo processo di formazione poetica, hai letto molti poeti europei: quali sono invece gli autori indiani che suggeriresti di leggere perché abbiano più seguito qui in Europa?
Per quanto riguarda i poeti indiani, dato che stiamo parlando di un subcontinente con 22 lingue riconosciute dalla costituzione e una miriade di altri dialetti e lingue minoritarie, è sempre difficile tracciare una mappa. Sono stata editor fondatore della sezione indiana del “Poetry International Web” per diversi anni, e credo che sia diventato un archivio della poesia indiana contemporanea dell’inizio del XXI secolo. Invito i lettori a dare un’occhiata a questa risorsa online.
Ecco alcuni suggerimenti un po’ casuali. Tra i poeti del XX secolo la cui opera mi parla profondamente, raccomanderei Arun Kolatkar e AK Ramanujan (che è stato anche un notevole traduttore). Ho rivisitato la poesia hindi di Mangalesh Dabral e quella inglese di Imtiaz Dharker e ho scritto del poeta anglofono Keki Daruwalla: Anche questi sono poeti che raccomando caldamente.
La mia particolare area di interessa sono i poeti mistici: dall’intensità bruciante della poetessa Akka Mahadevi del XII secolo e dell’iconoclasta Kabir del XV secolo, fino al poeta-droghiere Tukaram del XVII secolo. Voci così straordinariamente affascinanti!
A parte Recanati, cosa prevede il tuo soggiorno in Italia?
Il programma italiano comprende una lettura a Firenze, una città che ho sempre amato. E include un paio di giorni a Roma, dove incontrerò una coppia di amici, seduti nei caffè e girovagando per Piazza di Spagna. E anche alcuni momenti di tranquillità a Venezia con mio marito. Ma questa è la mia prima volta a Recanati, ed è la cosa che mi entusiasma di più!
Appuntamento dunque da non perdere per i recanatesi, per l’incontro di chiusura di Versus, la rassegna di confronti poetici curata da Piergiorgio Viti e dall’Associazione Lo Specchio, rassegna che, giunta alla terza edizione, anche quest’anno ha ospitato alcune delle voci poetiche più interessanti che si sono confrontate su temi urgenti, emergenziali, della loro poetica. Tema dell’ultimo incontro in rassegna sarà infatti “Essere donne in India”. ”. L’ingresso è libero e l’orario di inizio è fissato alle ore 17:30. Sono previste incursioni musicali curate dal Maestro Marta Marrocchi.