Avere un’azienda a Pesaro o a Urbino, per un imprenditore vuol dire lavorare 201 giorni per l’erario e il resto dell’anno per la propria famiglia. Solo il prossimo 19 luglio avrà la certezza di alzare la serranda e portare a casa al tramonto l’incasso giornaliero. Ad Ancona il “tax free day” scatta quattro giorni prima, il 15 luglio. Gli imprenditori maceratesi festeggiano la liberazione dalle tasse il 10 luglio e gli ascolani il 7 luglio. Meglio di tutti stanno gli imprenditori fermani. Per loro il “tax free day” si celebra il 4 luglio.

presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni

La fotografia della tassazione delle imprese nei Comuni capoluogo è dell’Osservatorio Cna. A pagare meno tributi sono quelli di Bolzano, che devono lavorare per lo Stato Fino al 18 giugno mentre all’ultimo posto in questa graduatoria sono gli imprenditori di Agrigento che devo aspettare il 30 luglio per lavorare per sé stessi.  Nella classifica dei 114 Comuni capoluogo Fermo si piazza al 14esimo posto, Ascoli Piceno al 42esimo e Macerata al 60esimo. Più indietro Ancona (90), Pesaro (97) e Urbino (98).

Le differenze nella tassazione dipendono dalla Tari e dalle rendite catastali. Lo studio della Cna calcola, per ogni città capoluogo, le tasse pagate da una impresa individuale con 5 dipendenti, ,430 mila euro di ricavi e 50 mila euro di reddito.

“Rispetto al 2019 la pressione fiscale è scesa” affermano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni “consentendo di lavorare, mediamente, nelle Marche, trentatre giorni di meno per il fisco, grazie all’eliminazione dell’Irap, alla deduzione dell’Imu del 100 per cento e alla rimodulazione dell’Irpef.  Ma si pagano ancora troppe tasse. Alle imprese marchigiane resta solo il 46,7 per cento di reddito disponibile. Il resto se ne va in imposte e tributi. Nel predisporre le politiche economiche e fiscali le istituzioni e le forze politiche devono tener conto che il 98 per cento delle imprese è di piccole dimensioni. Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori si meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo. Ecco perché chiediamo una ulteriore diminuzione della pressione fiscale nel segno della semplificazione che garantirebbe a chi fa impresa una bozzata di ossigeno, dando nuovo slancio a tutti i settori produttivi”.

Altre proposte della Cna per ridurre la tassazione fiscale sulle imprese riguardano una seria lotta all’evasione fiscale, un regime di agevolazione fiscale per premiare chi investe nella propria impresa, la riforma del catasto, avvicinando il valore catastale tassato al mutevole valore di mercato, agevolazioni per il passaggio generazionale delle imprese individuali.

Share.

Radio Erre - La Radio che parla e fa parlare | Società Cooperativa Chiostro S. Agostino, 2 62019 Recanati | MC C.F-P.IVA 00351460431 | Tel: 0717574429 | E-mail: radioerre@radioerre.net | PEC: radioerre@pec.it

7 commenti

  1. Questo per imposte tasse e contributi. E poi a Recanati per pagare le sanzioni praticamente inevitabili per la normativa allo scopo predisposta? E per pagarsi i danni dovuri alle inadempienze del Comune vedi strade dissestate?

  2. Luca Falzetti on

    Eccezionale: la CNA ha scoperto l’acqua calda! Poi a ogni occasione chiede contributi, sgravi fiscali, agevolazioni di pagamento, incentivi a fondo perduto…

  3. ANONIMO 13:08 DIMOSTRI SEMPRE DI PIù DI ESSERE UN SERVETTO DELL’ATTUALE AMM.NE CHE DIMOSTRA DI ESSERE LA PIù INCAPACE ED INESISTENTE DALLA NASCITA DEL NOSTRO PAESE .
    Quindi smettile di fare l’imbecille, anche se la tua connotazione politica lo certifica

  4. Forse la CNA ha scoperto l’acqua calda ma repetita iuvant e ricordarci quanto ci prelevano dalle tasche a fronte di servizi pubblici spesso inadeguati è sempre molto utile. E soprattutto giova ricordarci che lo stato non paga quasi mai per i propri errori e per i danni che eventualmente ci causi. Basti pensare che a fronte di un accertamento fiscale con emissione di sanzioni etc, qualora si vada in contenzioso il contribuente esce vittorioso in oltre la metà dei casi. Quindi non paga quanto gli è stato erroneamente addebitato, ma non ha alcun risarcimento per il danno che gli è stato arrecato, consulenti da pagare, tempo perso, eventuali blocchi di attività e di conti. Quindi quando lo Stato e I suoi dipendenti sbagliano, è sempre il privato cittadino a pagare, mai lo Stato o il funzionario che ha sbagliato, alla faccia dello stato di diritto!

  5. Raggiunta una certa dimensione le imprese trasferiscono la sede legale all’estero e non solo nei paradisi fiscali ma legittimamente in altri paesi europei meno esosi e in Italia restano solo i poveri cristi proprietari di immobili .

Lascia un Commento

Exit mobile version