Roberto Festa è medico di medicina generale di Porto Recanati-Porto Potenza Picena. E’ presidente del Centro Aiuto alla Vita di Loreto e vice presidente del Forum famiglie Marche.
Ospite di radio Erre ha affrontato le problematiche inerenti la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza denunciando la mancata e corretta applicazione della legge che fornirebbe un valido aiuto alla donna nella sua scelta responsabile offrendo quel supporto necessario per evitare la drammatica scelta di interrompere la gravidanza.
Festa denuncia le difficoltà delle associazioni antiabortiste di poter manifestare il proprio pensiero in quanto sono bersaglio delle manifestazioni di intolleranza dei movimenti femministi.
3 commenti
L’aborto è consentito dalle leggi dello stato italiano e le donne che intendono praticarlo debono trovare ginecologi non obiettori negli ospedali pubblici. Le difficoltà le hanno le donne a trovare chi intenda garantire loro questo diritto. Se poi questa società smettesse di ritenere che le donne debbano continuare a fare figli gratis, anzi penalizzate sul lavoro, nella salute, nella vita sociale etc, e si attuassero politiche serie e concrete a sostegno della genitorialità, saremmo tutte completamente d’accordo. Asili nido gratis h 24 e a seconda degli orari di lavoro dei genitori, scuole a orario lungo, niente compiti a casa, sport coordinati con gli orari e gli spostamenti scolastici, basta guardare cosa fa la Francia per non parlare dei paesi scandinavi.
Direttore, lei era radicale un tempo…
Va beh la faccia come il c…., ma il povero Pannella si rivolta nella tomba.
Posso capire qualche perplessità sull’aborto che è comunque un gesto cruento e una sconfitta per tutti, individui e società, ma vogliamo mettere in discussione anche la contraccezione? Io non posso credere che nel 2023 ancora si dibatta su questo argomento invece di batterci per rendere la contraccezione diffusa gratuita e sicura non solo nel nostro ma nei paesi più poveri e arretrati del mondo dove la maternità per le donne è spesso una condanna a morte o almeno alla miseria alla malattia allo sfruttamento all’asservimento. Poi si dice degli immigrati, aiutiamoli a casa loro. Ecco il primo aiuto deve essere per le donne che hanno diritto alla tutela sia nella maternità che deve essere consapevole sicura e assistita, sia per i bambini che nascono che devono vedersi garantiti alloggio cibo assistenza istruzione. Pensavo che questi concetti fossero ormai paificamente condivisi invece ….