Caro Direttore,

scusami se torno a rivolgermi a te in un così breve lasso di tempo ma, avendo ascoltato le parole del sindaco Michelini, da lui pronunciate nel corso dell’intervista telefonica che ti ha rilasciato nel pomeriggio di lunedì, non posso non esternarti alcune mie brevissime considerazioni.

Così come mi è stato insegnato, io ritengo che nelle istituzioni (siano esse pubbliche, semi pubbliche o private) esistano ruoli, compiti e funzioni ben precisi e normati. Primo tra questi è la netta separazione tra la figura della carica istituzionale che si ricopre e quella di leader di una coalizione. Ciò sta a significare che lo stesso soggetto quando parla in veste istituzionale ha dei confini ben precisi di verità e rispetto nei confronti degli interlocutori. Confini che potrebbe non avere quando invece parla e agisce da leader del suo gruppo. Esiste un’etica istituzionale che, piaccia o non piaccia, va rispettata proprio per dare credibilità non tanto alla persona ma all’istituzione che si rappresenta.

Il documento di sabato 14 gennaio, redatto dal gruppo CIVICO PROGETTO COMUNE con ANDREA MICHELINI SINDACO era ed è un documento proprio di una forza politica che non ha alcun vincolo di obiettività e ne riporta il pensiero in concorrenza alle altre forze politiche presenti in città. Il sindaco, però in quanto tale, ne rimane fuori e la responsabilità ricade sui politici autori di quel documento. Altra cosa è allorquando il sindaco, nella funzione propria di primo cittadino, nel corso di un intervento pubblico, derubrica la giusta reazione di una consigliera comunale nei confronti di un chiaro avvertimento intimidatorio come retorica, quisquiglie, sollazzi. Perché, caro Direttore, intimidatorio è il solo modo di definire la frase: “E che tra loro ci sia una docente, la consigliera Nalmodi, che non crede alle parole del suo dirigente è cosa che dovrebbe fare molto pensare oltre a costituire una discreta aggravante.”  Affermazione totalmente priva di fondamento accertato che, tra la Nalmodi e tutti gli altri consiglieri di minoranza, non vi è stato mai nessun incontro con persone esterne all’amministrazione comunale. Chiarito ciò io, che ho vissuto ed operato per anni in una terra dove il disagio sociale è di casa, leggendo quella frase ho subito rivissuto i momenti in cui i molti che ricevevano avvisi di quel tenore chiedevano consigli e conforto.

Ecco io ritengo immorale, e lo dico responsabilmente e con forza, che un sindaco non si dissoci da una simile improntitudine e, piuttosto che definirla una idiozia, si permette di dileggiare la giusta reazione dell’offesa derubricandola come retorica, quisquiglie, sollazzi. L’avanspettacolo era una cosa seria e certe parole riuscivano ad esprimere la loro comicità solo se dette da un GRANDE quale era TOTO’. Dette invece da chi, pur di eludere la risposta ad una verità scomoda, dimentica la dignità del proprio ruolo pubblico, suscitano solo molta malinconia ma anche tanta indignazione.

Con stima. Un caro saluto.

Gioacchino Di Martino

 

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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    Quando si scambia il Comune, in quanto istituzione, con il palcoscenico con cui, pare, si ha più dimestichezza, i disastri vengono di conseguenza, come testimoniato dalle considerazioni qui pubblicate.

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