E’ stata fissata al 21 settembre l’udienza, nella quale si deciderà se archiviare le accuse o processare i due legali rappresentanti delle ditte Andreozzi di Mogliano, committente dei lavori, e la Linea Service accusati di omicidio colposo per la morte del il 23enne Leonardo Barone rimasto vittima di un infortunio fatale il 7 luglio del 2020.

Barone, originario di Napoli, residente a Recanati con la moglie e i figli, da dieci giorni era stato assunto con l’apprendistato dalla ditta Linea Service di Tolentino e quel giorno, insieme ai colleghi, era partito per Montefelcino, in provincia di Pesaro, per smontare una tensostruttura in una ditta dismessa. Qui, però, durante i lavori, intorno alle 6.30 di mattina, è stato colpito in testa da una grossa capriata in ferro: il giovane andò in coma fino alla morte avvenuta il 7 novembre.

Per la Procura ci sarebbero state alcune violazioni alle norme in materia di tutela dei lavoratori e da qui l’accusa ai rappresentanti legali delle due aziende.

Questa la nota di Sara Andreozzi e della società Andreozzi che si dicono del tutto estranee alle imputazioni formulate dalla Procura: “La società Andreozzi srl – spiega il legale – era solo la committente dell’opera, in quanto aveva incaricato una ditta esterna dello smontaggio della tensostruttura. Dunque la Andreozzi non ha mai svolto attività lavorative nel cantiere. Inoltre non può sussistere alcuna violazione della normativa specifica a carico della legale rappresentante Sara Andreozzi, accusata dalla procura per la mancata nomina del coordinatore per l’esecuzione dei lavori; la società, nei lavori da eseguire, non aveva alcun obbligo per la nomina del coordinatore per l’esecuzione dei lavori, in quanto aveva dato l’incarico di smontare la tensostruttura a una ditta esterna, la Linea Service. Operando una sola ditta nel cantiere (da considerare unica impresa esecutrice), non vi era alcun obbligo giuridico per la nomina del coordinatore per l’esecuzione dei lavori. Andreozzi, confidando nell’operato della magistratura e nelle attività processuali che inizieranno dal 21 settembre, ritiene che non le possa essere contestata alcuna negligenza, imprudenza e/o imperizia per quanto successo, né ascritta alcuna responsabilità penale”.

 

 

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3 commenti

  1. Un pensiero commosso a questo giovane uomo morto sul lavoro. La giustizia seguirà il suo corso. Ma quanto potrebbe essere fatto per rendere più sicuro e meno pesante il lavoro nei cantieri edili e invece non si fa? Cominciando dalla possibilità di sostare con le proprie auto nei pressi dei cantieri sia per i dipendenti che per i tecnici e i responsabili della sicurezza, e continuando con la massima razionalità delle piazzole di cantiere che non possono essere montate e smontate ogni settimana. Ma i regolamenti comunali sembrano essere più attenti a fare cassa che a favorire la sicurezza sui posti di lavoro.

    • Un pensiero commosso . Non ha perso però l’occasione di piagnucolare per il suo cantiere a montevulpi. Squallida.

  2. Le criticità e le situazioni di rischio vanno segnalate prima che accadano le tragedie. Non dopo. E gli enti preposti alla sicurezza devono adoperarsi per rendere i cantieri quanto più razionali possibile invece di badare a fare cassa tutto l’anno e a sparare qualche discorsetto jpocrita e buonista per la festa del lavoro. E dovrebbero inoltre aver cura che le strade di accesso ai cantieri siano libere, cosa che sistematicamente non avviene all’inizio di Via Mazzini regolarmente occupata da due auto parcheggiate in spregio si qualsiasi rrregola.

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