È stata costretta a dire di no a chi, negli ultimi tempi, le ha chiesto di poter trascorrere qualche giorno di vacanza nella sua casa, una dimora storica del ‘600/’700, ubicata nella centralissima via Roma di Recanati, trasformata in un’accoglienza turistica fra le più raffinate e prestigiose.

Anna Maria Dalla Casapiccola, che ha curato per molti anni questa attività, è profondamente dispiaciuta di questa scelta, sulle cui cause non vuole soffermarsi, anche perché era un’attività che le piaceva svolgere e che, non nasconde, le assicurava anche un reddito che le permetteva di far fronte alle ingenti spese di manutenzione necessarie per una struttura così bella ed impegnativa: circa 2000 metri quadrati, compreso il giardino all’italiana, dove ha anche ospitato concerti di musica da camera o operistici o matrimoni. “Ora – ci dice – mi sto organizzando per aprire il “salotto di Anny” per chi nelle ore pomeridiane volesse incontrarsi per prendere un tè o un apritivo”.

Una brutta notizia per la città che non gode di numerose strutture recettive, tanto più di questo livello.

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14 commenti

  1. Un conto e’ fare un attivita’ da titolare o da subordinato come unica fonte di guadagno per il proprio mantenimento, un conto e’ farla come hobby . Buon The’

  2. Un vero peccato. C’è da chiedersi se le allucinanti vicende giudiziarie della titolare, conclusesi con una sua scontata quanto inutile vittoria e un notevole esborso pecuniario per spese legali, abbiano o meno influito su una scelta che impoverisce tutta la città. Intanto i burocrati, che cocciutamente hanno di fatto impedito il restauro di un immobile rurale posto sotto il palazzo, restano al loro posto e non hanno tirato fuori un solo centesimo di tasca loro a fronte del danno dagli stessi causato alla ricorrente e a tutta la città. Ma così va l’Italia. Sono lieta che apra un salotto e mi riprometto di capitarci anche solo per godere dei raffinati ambienti.

  3. Un conto è abitare in un appartamento o in una villetta di recente costruzione con limitati costi di manutenzione e gestione, una cosa è mantenere a proprie spese un palazzo storico che è di lustro all’intera città. Guardiamo quanto costa alla collettività tenere in piedi i palazzi storici di proprietà pubblica, con risultati spesso deludenti. Hanno cominciato i nobili inglesi ad aprire al pubblico i loro palazzi e soprattutto le ville di campagna per far fronte alle stratosferiche spese di gestione e mi sembra una ottima iniziativa che dovrebbe diffondersi di più anche in Italia e a Recanati in particolare, il cui centro storico è pieno di bei palazzi disabitati e degradati. Qui davvero la pubblica amministrazione dovrebbe cercare di promuovere il restauro e la messa a reddito degli stessi.

  4. A Recanati vale la regola che discrimina gli investitori in due categorie ,la prima è quella degli amici dei politici amministratori ,per loro massimo riguardo , svendite a loro favore degli immobili di proprietà comunale ,cioè di tutti i recanatesi, veloci approvazioni di pratiche edilizie,affitti scontati e ribassati prima delle elezioni amministrative e cosi’ via.
    La seconda categoria è quella degli investitori che non hanno amicizie con i politici ,non le cercano perchè intendono il diritto al rispetto delle regole come come scontato in ottemperanza delle leggi,a questa categoria apparteniamo in molti,una fra i molti è la signora Dalla Casapiccola che voleva investire in attività ricettiva favorendo la permanenza dei turisti in città.
    sarebbe stato un investimento privato che avrebbe favorito tutti.
    Purtroppo i governanti sinistri hanno posto preclusioni a SCAPITO di TUTTA LA CITTA’,anche di quei recanatesi che li hanno votati alle amministrative in tre scadenze elettorali.
    Dunque Recanati ha il governo che si merita,la democrazia dice questo!!!!!!!!
    ,,

  5. un vero peccato! un altra occasione per Recanati che se ne va….. PS: odiosi i commenti carichi di cattiveria, i recanatesi non si smentiscono mai.

    • Nobiltà decaduta. Attaccata al passato, quando erano i padroni del mondo per grazia ricevuta. Scendere dal trono.

      • Il palazzo non è decaduto proprio per niente. Preferisce quelli chiusi e degradati? Restaurare un palazzo di quelle dimensioni e caratteristiche architettoniche a suo tempo ha voluto dire creare occupazione e reddito per imprese della zona quando l’edilizia era in crisi profonda. L’attività ricettiva ha comunque creato posti di lavoro e reddito per la città. Magari sono le capacità mentali di qualche commentatore a essere in poco in decadenza.

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