PORTO RECANATI Il sindaco Andrea Michelini, revoca l’ordinanza di divieto di balneazione in un tratto di spiaggia a 300 metri sud dalla foce del Potenza, in direzione del fosso Acquarolo, all’altezza dello chalet “Il Vascello”. Solo che quella ordinanza di divieto non è stata mai pubblicata all’albo Pretorio.

Il caso lo solleva il consigliere Rosalba Ubaldi della civica Centro destra Unito: «È stato revocato il divieto, afferma Ubaldi, di balneazione in una spiaggia del Lido delle Nazioni, peccato che nei giorni precedenti non era stata inserita alcuna ordinanza, nell’albo pretorio, che vietava là di farsi il bagno. Aspetto chiarimenti dal sindaco Andrea Michelini».

Nella mattinata odierna la spiegazione: una dipendente comunale si è assunta tutta la responsabilità della mancata pubblicazione adducendo la motivazione che la procedura di caricamento dell’atto non sarebbe andata a buon fine.

I fatti: Il 31 maggio l’Arpam aveva comunicato al Comune che era stato superato il valore limite di «escherichia coli e enterococchi intestinali» facendo, quindi, scattare il divieto di balneazione in un tratto di mare 300 mt. a sud del fiume Potenza, in direzione del Fosso Acquarolo.

Il sindaco emette subito l’ordinanza di divieto che non compare, però, all’albo pretorio. Dopo due giorni, in seguito ad ulteriori esami delle acque, il divieto viene revocato perché nel frattempo i valori sono rientrati nella norma.

Ai partiti di minoranza la spiegazione dell’errore di una dipendente non soddisfa più di tanto e nei prossimi giorni s’incontreranno di nuovo le forze politiche per vedere come procedere su questa vicenda che presenta aspetti di una certa gravità perché si è posta a rischio la salute dei cittadini. Al di là dell’aspetto che riguarda la mancata pubblicazione dell’ordinanza, sono stati emessi, nel frattempo, comunicati stampa per informare adeguatamente i cittadini del pericolo nel fare il bagno in quel tratto di spiaggia? Se le funzioni gestorie appartengono alla dirigenza, la responsabilità per la cattiva o omessa gestione dovrebbe risalire comunque al sindaco. Nel caso specifico perché il sindaco non si è premurato di accertarsi che l’ordinanza, che assumeva una rilevanza particolare per la tutela della salute pubblica, fosse stata regolarmente pubblicata?

 

Pubblichiamo dal sole24 quanto segue: “ Onori e oneri per il primo cittadino, a cui l’ordinamento attribuisce non solo la rappresentanza del Comune, ma ampi poteri, anche di natura straordinaria, a tutela della salvaguardia e incolumità dei cittadini, il cui mancato uso può comportare responsabilità non solo contabile ma anche penale.

Se è vero che, in base all’articolo 107 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 267 del 2000), la funzione di indirizzo politico-amministrativa, di spettanza del sindaco, è, in linea di principio, separata dalla gestione, con attribuzione ai dirigenti della responsabilità «in via esclusiva» degli «obiettivi dell’ente, della correttezza amministrativa, dell’efficienza e dei risultati della gestione», tuttavia il sindaco è l’organo ultimo responsabile dell’amministrazione del comune, e «sovrintende» al «funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti» (articolo 50 del Testo unico). Motivo per il quale è di tutto interesse del sindaco, e non solo dei cittadini, avvalersi di dirigenti e tecnici di alta professionalità e competenza, che oltre ad agire secondo i canoni della buona amministrazione, diminuiscano il rischio di eventi dannosi connessi ai vari ambiti di competenza del Comune (dalla sanità, alla protezione civile, all’ambiente).

 

 

 

 

 

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