Nel 2018 Angelo Previati aveva intervistato Naide Papetta vedova Cingolani che ci aveva raccontato un po’ della sua vita.

Naide era nata a Recanati il 9 gennaio 1928. È rimasta orfana da piccolissima, perché il padre morì di tifo, ela mamma la mise nell’orfanotrofio dell’Assunta. Era stata scelta per recitare una poesia davanti alla Principessa Maria José di Savoia  in visita a Recanati. Quando è uscita, ha frequentato un corso di parrucchiera ad Ancona e ha aperto un negozio in centro, vicino a dove una volta c’era il negozio di Fulvio l’orefice. Era una bellissima ragazza e, finita la guerra, arriva a Recanati un aviatore, Del Pelo Pardi, che era giunto in città con Athos Archetti, padre del futuro marito della figlia Patrizia, anche lui aviatore. S’innamorano, si sposano e lui mette su un’officina meccanica di moto perché lui in aviazione era un motorista e aveva questa grande passione.

Dopo qualche anno, però, lui muore in un incidente stradale con la moto sbattendo contro un albero nel curvone della circonvallazione sotto il Duomo. I suoi operai, che erano molto affezionati a lui, andarono ad uccidere questa pianta e buttarono sulle sue radici dell’acido.

Vedova e con la sua mamma che nel frattempo era emigrata in Argentina, conosce Franco Cingolani e dopo un po’ si sposano e nasce l’altro figlio Luigi. “Franco – racconta la figlia Patrizia – porta una trasformazione grossa nella nostra vita: la casa era piena di libri da leggere, viaggiavamo tanto anche in maniera molto semplice, per me è stato un grande padre, un esempio di vita, una persona estremamente aperta”.

Poi, però, muore anche Franco per un ictus e il destino ha voluto che avvenisse nella stessa strada e accanto allo stesso albero dove era morto il suo primo marito tanto che Naide per molto tempo non è più passata in quella strada. Franco, oltre alla sua storia partigiana di cui, però, raccontava poco, è stato sindacalista, consigliere comunale, segretario del Pd e maestro elementare.

Ad un certo momento Naide ha deciso di pubblicare tutte le poesie e i pensieri che nel tempo aveva scritto: “I segreti dell’anima”, dedicato a sua marito Franco. Ha fatto anche il gito delle scuole perché tutti questi ragazzini, dal più piccolo al più grande, le chiedevano come si fa a scrivere una poesia, della sua storia e della sua vita. Da qui è venuto fuori anche il libro “Quel cappottino rosso”: i ragazzi della 5 classe della Scuola Primaria di San Vito hanno scritto a più mani, guidati dalle insegnanti Antonella Maggini e Cristina Capellino, un episodio della sua vita: Naide allora viveva a Monte Volpino e lì c’era una famiglia ebrea nascosta. Quando questa se ne è andata, le regalarono un bellissimo cappottino rosso e lei era rimasta affascinata da questo regalo, allora un bene prezioso vista la povertà in cui si viveva.

Le hanno conferito nel 2018 la civica benemerenza e questa l’ha resa molto orgogliosa.

 

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