Coinvolti nella maxi frode fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza un commercialista, un collaboratore di studio e un ristoratore della zona di Recanati, un avvocato di Ancona, un commercialista di Fermo e un imprenditore pakistano residente a Recanati. Al termine delle indagini, che in tutto hanno riguardato 13 persone dalla Lombardia alla Puglia, la Finanza ha sequestrato conti correnti, appartamenti e auto per un totale di quattro milioni e 200mila euro di valore.

Circa 300 erano i soggetti individuati, sparsi sull’intero territorio nazionale, che avevano portato in compensazione crediti fittizi e, per 56 di essi, oltre agli aspetti amministrativi, era scattata anche la segnalazione all’Autorità Giudiziaria, essendosi configurato il reato tributario di “indebita compensazione”.

La prosecuzione delle indagini da parte delle Fiamme Gialle maceratesi è stata quindi orientata a rintracciare il profitto che gli autori della frode avevano conseguito a seguito dell’attività illecita, onde procedere al relativo sequestro.

Le modalità concretamente adottate dal sodalizio per “ripulire” il denaro frutto dell’illecita attività si sono estrinsecate prevalentemente nell’utilizzo massiccio di fatture emesse a fronte di operazioni inesistenti, in modo da giustificare i flussi di denaro da e per l’estero; attività, questa, senz’altro agevolata dalla circostanza che molti dei soggetti coinvolti detenevano quote, in alcuni casi maggioritarie, di società ubicate oltreconfine, in particolare Bulgaria e Romania.

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