Avevo un sogno e non c’è più non ci posso più credere. Mi domando solo: adesso, a 30 anni, cosa faccio? Dove andrò a lavorare in questo periodo dove le aziende licenziano e non assumono”?

E’ disperata Debora Mobili che oggi abbasserà per l’ultima volta la saracinesca del suo locale, il bar pizzeria Camelia di Potenza Picena. A fiaccare il suo entusiasmo una crisi economica che morde accresciuta dal Covid e da istituzioni insensibili alla dura battaglia quotidiana di chi gestisce un’attività.  Aveva aperto nell’aprile del 2018 con tutta la sua passione: aveva già gestito una simile attività a Civitanova e aveva creduto possibile investire a Potenza Picena. Nei primi due anni il locale è andato bene, anche se era difficile seguire alla lettera le regole e l’eccessiva burocrazia, ma poi il Covid e l’aumento spropositato di materie prime, bollette e tasse hanno piano piano portato l’attività ad una lenta agonia fino a decretarne la morte.

Debora ha provato anche a scrivere al sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, facendole presente le difficoltà che devono affrontare oggi attività come la sua, con la speranza di ricevere una parola di conforto ma anche di promessa di qualche aiuto.

I costi per sostenere un’attività aperta adesso sono raddoppiati – ha scritto Debora al primo cittadino, e la gente dimezzata a dir poco, a partire dalle materie prime, all’energia, per non parlare delle tasse ed essere costretti a lavorare con regole impossibili. I controlli sono veramente tanti e nonostante siamo tutti in regola la gente non entra nel locale per paura di prendere la multa e i costi fissi sono sempre di più dall’affitto a luce e acqua.

A queste regole non si riesce più ad andare avanti, gli aiuti sono stati pressoché inesistenti per la perdita che ogni anno stiamo avendo. Non ci sono stati nemmeno gli aiuti comunali, dagli uffici tecnici nell’organizzare serate quest’estate, quando si poteva. Evidentemente Potenza Picena non crede nelle attività presenti e non le aiuta.

Sono davvero tanto rammaricata e addolorata di questa scelta perché io ci credevo, anzi noi ci credevamo in questa attività tanto da cambiare città e trasferirci a Potenza Picena, abbiamo aiutato nel sociale donando pizza all’ospedale sotto il periodo più brutto, abbiamo fatto la casetta di Babbo Natale (Enzo il compagno di mia madre è andato a casa dei bambini vestito da Babbo Natale per donare un sorriso alle persone malate) abbiamo fatto sì che si creasse, come questa estate, un canale ecologico con le e-bike da Bolzano e tantissime altre cose ma io non so più cosa inventarmi per rimanere aperta e più tempo passa più l’agonia aumenta”

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10 commenti

  1. E tra poco all’arrivo delle bollette chiuderanno anche a Recanati, e in tanti. Le famiglie invece andranno alla Caritas.Però seguitiamo a parlare di virus e green pass (che aiutano a far chiudere) con una parte della popolazione che ancora frastornata non ha capito il momento terribile che stiamo vivendo. Rincoglionita da due anni di paure e chiusure.

    • questa scarsa consapevolezza dei problemi reali o la loro sottovalutazione credo dipenda dal fatto che molta gente economicamente sta meglio di quanto prova a far credere,come si deduce dal fattore della notevolissima massa di depositi bancari.Il solito atteggiamento furbesco degli italiani,abituati pure a guardare con indifferenza chi tribola,ed oggi in questo stato non ce ne sono così pochi,anzi si tratta di un fenomeno in crescita costante.Ma è consigliabile non lusingarsi troppo e guardare oltre la punta del proprio naso.Il quadro economico è in profondissima trasformazione ed in termini di accentramento della ricchezza in poche mani.

      • Speriamo tanto nel Salvatore della Patria Mario Draghi.
        Chissà, forse proprio per questo a Draghi gli è stato detto: per te
        il Quirinale può attendere…
        Se dovesse fallire anche Draghi come chi lo ha preceduto, allora sarà tutto da rivedere, Unione europea, trattati e moneta unica.

  2. Momento terribile per tutti. Eppure i bar per il loro orario lungo di apertura sono un presidio di sicurezza per il tessuto urbano, favoriscono la socializzazione, accolgono i turisti. A Recanati i bar chiusi non si contano, cominciando dal bar centrale in piazza Giacomo Leopardi, il mitico indimenticabile bar di Angiolo perseguitato dalle ausiliarie del traffico che sanzionavano anche i furgoni dei fornitori nel tempo di carico scarico dei prodotti. Adesso ci si mettono anche le norme confuse e contradditorie dei green pass….le bollette alle stelle alla fine la gente starà chiusa in casa come i topi a guardare la televisione mentre il cibo arriverà con le consegne a domicilio.

  3. un’altra vittima di questa dittatura tecno-sanitaria. Nonostante l’amministrazione comunale e regionale sia di destra si sono allineati allo SperanzaPensiero…
    tutta la mia solidarietà a questa ragazza

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