«Un giornalista libero non dispera e lotta per ciò che crede vero come se la sua azione potesse influire sul corso degli eventi. Non pubblica niente che possa istigare all’odio o provocare la disperazione. Ora, per poco che si conosca il meccanismo dell’informazione, è facile accertarsi dell’autenticità di una notizia. Ed è a questo che un giornalista libero deve prestare tutta la sua attenzione». (Albert Camus)

Fatti. Verità. Libertà.
Sono i pilastri della professione del giornalista che trovano il proprio fondamento nell’articolo 21 della Costituzione italiana: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». La tutela della libertà di pensiero ha come base il pluralismo ideologico, fondamentale per offrire al lettore la “verità sostanziale dei fatti”, attraverso la quale poter formare la propria libera idea e a cui il giornalista deve sempre tendere.
Nel periodo in cui stiamo vivendo, segnato dalla pandemia, dove la paura si è impadronita degli individui e il bisogno di sicurezza spinge ad accettare acriticamente qualsiasi notizia, spesso fake news, si avverte ancora di più la necessità di giornalisti indipendenti, imparziali, slegati da partiti e ideologie politiche, da idee religiose e anche dalle nuove discriminanti categorie pro vax/no vax.
I Giornalisti per la Costituzione sono liberi, imparziali, riportano i fatti, verificano le notizie, non istigano all’odio, ripudiano la propaganda, si pongono al servizio della collettività, rifuggendo la menzogna e perseguendo la verità anche attraverso l’esercizio del dubbio e del diritto di critica.
I Giornalisti per la Costituzione si riconoscono nei valori sanciti dalla Carta costituzionale, imperniata sul rispetto della Persona, e si impegnano a difendere i diritti di libertà, uguaglianza e pari dignità sociale riconosciuti a tutti i cittadini, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali.
Il periodo in cui viviamo ha messo a dura prova le democrazie occidentali. La paura diffusa e la difficoltà di far fronte a una pandemia che ha provocato milioni di vittime hanno spinto i Governi ad attuare misure di emergenza spesso poco razionali, anche concentrando nelle proprie mani il potere legislativo costituzionalmente affidato al Parlamento. Le affermazioni contraddittorie e le manifestazioni pubbliche di politici, conduttori tv, giornalisti e personaggi noti, che sui social e sui mezzi di comunicazione attaccano da mesi una parte minoritaria della popolazione, fomentando odio e divisione sociale, hanno aperto la strada a norme discriminatorie e lesive dei diritti costituzionalmente garantiti a ogni cittadino italiano, con i rischi e i pericoli che questo comporta.
In uno Stato democratico i giornalisti dovrebbero essere i “cani da guardia del potere”, i garanti della democrazia che passa necessariamente per la pluralità di opinioni. Un ruolo al quale, per molteplici cause (precarietà della professione, mancanza di indipendenza della testata di appartenenza e così via), molti giornalisti sembrano avere abdicato e che noi vogliamo riaffermare in tutta la sua pienezza.
I Giornalisti per la Costituzione si pongono come la voce libera e democratica che raccoglie l’impegno di tanti professionisti dell’informazione, pronti a lottare contro ogni deriva o tentazione autoritaria di qualsiasi Governo presente o futuro dell’Italia.
I Giornalisti per la Costituzione vegliano anche sul depauperamento di organi come il Garante per la protezione dei dati personali, fondamentale per tutelare il cittadino nella società odierna, in cui la tecnologia e l’Intelligenza artificiale sono sempre più pervasive e rischiano di trasformare il potere in “panopticon”, un edificio istituzionale di controllo dove ogni libertà di pensiero potrebbe finire per non esistere più.

I giornalisti che intendono aderire possono scrivere a: giornalistiperlacostituzione@gmail.com

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2 commenti

  1. Goffredo Natalucci on

    I giornalisti per la Costituzione? Bah. In questi giorni in cui si parla e straparla della elezione del nuovo Presidente della Repubblica, proprio i giornalisti si stanno dimostrando più politicanti dei politicanti stessi, arrivando a disinteressarsi di questioni rilevanti su scala nazionale come le vicende dei migranti o la crisi in Ucraina. Per non dire dell’emergenza della pandemia, con le criticità dimostrate quotidianamente dal sistema sanitario regionale o delle crisi di tante aziende locali che stanno chiudendo baracca e burattini.
    Meno retorica, meno piaggeria e più autonomia di pensiero, per favore. Il lavoro e l’immagine dei giornalisti ne guadagnerebbero.

  2. Ma che è, l’esatto contrario dei giornalisti di radionovax (sempre che ci siano giornalisti a radionovax)??????????

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