Nonostante tutti gli ospiti siano stati vaccinati anche con la terza dose così come il personale, il Covid ha fatto di nuovo rientro all’interno della casa di riposo “Ester Gigli” di via XX settembre a Recanati. Nei giorni scorsi c’è stato un via vai di ambulanze che hanno provveduto a trasportare per ora solo tre pazienti positivi, ma sembra asintomatiche, alla Residenza Anni Azzurri Valdaso di Campofilone dove potranno essere isolate. Gli ospiti, che sono risultati contagiati, però sarebbero 8 e gli altri cinque sono stati posti, per ora, in isolamento all’interno della struttura recanatese in attesa di riservare anche a loro questa destinazione secondo quanto prescritto dal protocollo concordato con l’Asur.

“Sebbene – afferma il presidente della casa di riposo Giacomo Camilletti – siano tutti asintomatici, noi dobbiamo trasmettere l’informativa all’Asur che poi decide se trasferirli o no in una struttura adeguata al Covid. Noi, nel frattempo, abbiamo intensificato lo screening con tamponi giornalieri. L’anno scorso ci eravamo organizzati creando un reparto di isolamento per i positivi, perché l’Asur non era ancora attrezzata. Adesso l’iter è diverso”.

Una scelta, però, che non lascia tranquilli i familiari che non hanno ben gradito di far fare ai loro anziani, molti ultranovantenni, un viaggio di circa un un’ora e mezzo in ambulanza solo per isolarli. Uno strapazzo che poteva essere evitato tanto più che non presentano alcun sintomo e che, una volta isolati all’interno della casa di riposo, nel giro di pochi giorni potrebbero ritornare in comunità essendo tutti vaccinati con terza dose.

Come il virus sia potuto entrare nella struttura non è facile da capire anche perché le visite dei familiari sono state interrotte sin dall’inizio del mese di dicembre scorso.

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16 commenti

  1. Ma perché non smettono con sti tamponi, anzi, perché non la smettiamo tutti? Chi ha paura si muri in casa, gli altri debbono pur vivere.

  2. Bisogna fare tutto il possibile perché gli anziani possano stare a casa loro, costano meno e stanno meglio. Assistenza domiciliare e telemedicina a 360 gradi. E organizzazione di piccoli cohousing di max sei otto anziani.

    • Eh (risata isterica), lei ha ragione in tutto e per tutto. Ma siamo in Italia. Cohousing fa paura solo a nominarlo nel nostro Belpaese, che bello è, ma tanto, tanto indietro (perdonatemi, mi permetto di dirlo dopo aver vissuto tanti anni in tanti Paesi vicini e lontani). Cresceremo mai?

      • È vero, non è facile partire ma in italia manca anche una normativa ad hoc e apposite agevolazioni fiscali ad es. Si ricadrebbe nella normativa dell’affitto. Una mia amica tedesca si sarebbe fermata in Italia se avesse trovato qualcosa di simile. In Germania hanno una specie di concessione di usufrutto vita naturale durante, non so bene come funzioni però è una meraviglia. E non si fanno queste terribili discariche di carne umana spostata di qua o di là senza più contatti con la famiglia. Naturalmente gli operatori fanno del loro meglio ma è il modello che è superato.

  3. Un familiare on

    Non ha senso spostare anziani asintomatici, spesso con patologie neurologiche, a Campofilone.
    Spero che la asl eviti questa barbarie

  4. Perchè la 3a dose non basta, bisognerà fare la 4a non più tardi di 4 mesi poi la 5a non più tardi di 1 mese
    e poi pronti per gli esami di ammissione alle superiori.

  5. Quindi abbiamo la prova, sotto casa, che quanto fatto fin ora non è servito proprio a niente. Non a caso l’ha dichiarato apertamente un paio di giorni fa anche L’OMS in un articolo pubblicato dall’ANSA, secondo loro servono altri vaccini, ovviamente diversi.

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