Se avete venduto un terreno al costo di 300.000 euro, pretendereste di incassare la cifra all’atto della stipula dell’atto notarile di vendita? Certo che si. Allora perché il Comune di Recanati vende un terreno per quella cifra ad un privato e dopo dieci anni deve ancora incassare 200.000 euro?

Il terreno è dei cittadini recanatesi che hanno tutto il diritto di incassare la cifra pattuita in tempi ristretti per poterli utilizzare a favore di loro stessi. Allora come è possibile che dopo 10 anni l’amministrazione ha incassato solo 115 mila euro? Non c’è un danno erariale per il Comune, cioè per tutti noi cittadini che pagano tasse e tributi?

La storia parte nel settembre del 2011 quando un recanatese si aggiudica all’asta l’area di 4.500 mq. di proprietà del Comune di Recanati, che si trova in Via Remo Stortoni, a Romitelli, al costo di 300 mila euro. All’atto dell’aggiudicazione, l’acquirente versa un acconto di appena 40 mila euro impegnandosi al saldo dell’intera cifra entro i termini previsti dal bando.

Ma passano gli anni e il proprietario di quell’area versa solo ogni tanto piccoli acconti sino ad arrivare a versare in 10 anni la cifra di 115.000 euro, un terzo della cifra pattuita senza contare che non vengono calcolati eventuali interessi maturati da parte del Comune.  Ma l’Amministrazione che fa? Decide di accettare ulteriori dilazioni con il fatto che sicuramente per lei vi è una maggiore convenienza a pazientare nel pagamento in considerazione che il perdurare della crisi immobiliare potrebbe non consentire una nuova alienazione dell’area anche perché l’imprenditore è l’unico soggetto che ha manifestato interesse al suo acquisto al prezzo di vendita stabilito dal Comune.

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