E’ finito con la condanna in primo grado a 3 anni per falso ideologico in atto pubblico il processo a carico del notaio recanatese Roberto Morbidelli.

A denunciarlo era stata la figlia dell’anziano, che si è costituita parte civile al processo, quando aveva scoperto che il padre 82enne aveva firmato la donazione di tutti i suoi beni per 500mila euro (un terreno edificabile e una casa) ai nipoti. I fatti risalgono al 2015 quando il notaio Morbidelli era andato in ospedale dove era ricoverato in quel momento l’uomo che, secondo il legale della figlia, l’avvocato Claudio Cardia, era in una situazione conclamata di demenza.

Il notaio inizialmente ha fatto firmare una procura speciale a favore della moglie che poi ha donato tutto ai nipoti.

Contro la sentenza, il notaio, assistito dall’avvocato Paolo Maggini, potrà ricorrere in appello.

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11 commenti

  1. anna maria dalla casapiccola on

    Sono vicina al notaio Morbidelli per analogia dei comportamenti dei figli e per nessuna demenza mai riscontrata in lui nella lunghissima conoscenza che ci lega. Anna Maria Dalla Casapiccola.

    • Non credo che l’anonimo commentatore abbia partecipato al processo e letto tutti gli atti. In ogni caso, e con sua buona pace, la legge italiana molto opportunamente prevede due ulteriori gradi di giudizio (appello e cassazione), anche per i notai. Solo all’esito si potranno esprimere opinioni attendibili invece che imprudenti. Per ora, resta il fatto che il Notaio Morbidelli ha tangibilmente dimostrato nella sua lunga carriera di essere un professionista serio, capace ed onesto e gli esprimo quindi la mia personale solidarietà con immutata stima. Mario Pinelli

      • Fino a nuovi giudizi, é condannato. Non è obbligatorio leggere gli atti. Ad oggi abbiamo un notaio condannato, al netto della sua stima ,Mario Pinelli. Con sua buona pace..
        P.S. opinione attendibilissima, per nulla imprudente, che scaturisce da una sentenza di un Giudice della Magistratura.

        • Per anonimo delle 13:34. “Il giudice ha sbagliato? No.”: questa è un’opinione bella e buona, tra l’altro fine a sé stessa nel momento in cui è sciorinata da chi, per sua stessa ammissione, non ha ritenuto di farla precedere dalla lettura degli atti (circostanza che, infatti, concreta imprudenza).
          P.S.: in ogni caso, il principio di presunzione di innocenza – di cui evidentemente non conosce (o finge di non conoscere) l’esistenza – pone un sostanziale riparo rispetto alle superficiali e frettolose disamine dei ‘fustigatori da tastiera’, i quali, sintomaticamente, si trincerano quasi sempre dietro l’anonimato. Mario Pinelli

  2. Fino a prova contraria è colpevole. Lo ha stabilito un tribunale della Repubblica.
    Farà appello? È diritto. Andrà in cassazione? Anche. Alla Corte Europea? Pure.
    Oggi è colpevole e condannato.

  3. I titoli di tutte le testate che hanno dato la notizia sono così composti: per falso ideologico…condannato a tre anni.
    Un giudice ha condannato
    I giornali lo hanno divulgato.
    Mi basta la terza media per capire ciò che leggo.
    Non serve la laurea.
    Per adesso risulta condannato.
    Presunto colpevole. Va bene così?

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