Si è concluso così, ieri mattina a Macerata, il processo a carico di un giovane operaio portorecanatese di origini campane accusato del reato di maltrattamenti in famiglia. Le contestazioni riguardano episodi avvenuti tra il 2017 e il 2020 tra Civitanova e Porto Recanati. quando in più occasioni ha maltrattato la moglie a iniziare da quando lei era incinta: schiaffi, spinte, calci, insulti e offese, urli e umiliazioni anche davanti al bambino.

Il marito non voleva che lei uscisse, le controllava abitualmente il cellulare, una volta le ha anche spruzzato il detersivo per i vetri negli occhi dicendole che l’avrebbe uccisa prima che potesse confidarsi con qualcuno. Una volta aveva detto al loro bambino che la madre non c’era perché «era volata in cielo». Dopo questa serie di comportamenti violenti e fuori controllo, la donna si era decisa a chiedere aiuto e a denunciare il marito.

Completate le indagini, ieri per il 38enne si è tenuta l’udienza preliminare L’imputato ha patteggiato la pena di due anni di reclusione beneficiando della sospensione condizionale della pena.

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