Questi i due pensieri che mi sono subito tornati a mente leggendo questa mattina la cronaca dell’incontro tra i leader di UPP e PAC. Un incontro molto inusuale tra le due liste civiche storiche della città e che hanno un solido radicamento nel tessuto sociale cittadino con una genesi, però, differente. La prima con un DNA assolutamente di sinistra, mentre la seconda con vocazione più moderata ma non per questo meno social popolare. Due forze civiche con quasi identica forza elettorale ma non dialoganti né tanto meno propensi ad una operativa collaborazione, stante la differente visone del futuro della città.

Questo per lo meno fino ad ieri quando, a quel che viene riferito, complici alcuni giudizi espressi nei giorni scorsi dal cinquestellino Sauro Pigini e ritenuti temerari dai due leader, Riccetti e Rovazzani, non è avvenuto lo scioglimento del ghiaccio e si è voluto fornire alla cittadinanza una dimostrazione muscolare, probabilmente a beneficio soprattutto delle due coalizioni, cui, in modo naturale, fanno riferimento i due gruppi.

Coalizioni che, evidentemente, tardano a recepire aspirazioni forse neanche ben espresse. In politica, laddove non esista l’egemonia del partito unico, vige la regola aurea dell’aggregazione delle forze che, anche se non si richiamano a comuni ideali, condividono etica di governo, programmi ed il reciproco rispetto delle identità, riconoscendo ad ogni componente pari dignità di ruolo e decisione, indipendentemente dalla forza numerica che essa rappresenta. Io non so dire se queste condizioni siano state rispettate da coloro che sono i naturali riferimenti dei due gruppi.

So però, per certo, che se in una canzone si può scrivere NO, senza motivazione, in politica il no deve essere motivato soprattutto quando si è alla vigilia di una competizione elettorale che potrebbe cambiare, dopo venti lunghi anni, lo scenario politico della città riuscendo ad esprimere un Governo della città capace di ristabilire il giusto equilibrio tra politica ed amministrazione. Un Governo che soprattutto non presenti l’asfaltatura delle strade o il cambio delle lampadine come evento eccezionale e non semplicemente come il soddisfacimento di un diritto del cittadino ad avere strade ed illuminazione sicure o che ripeta con puntualità annunci di eclatanti opere pubbliche realizzate da altri Enti.

Ecco per tutto ciò sarebbe opportuno di evitare di parlare a nuora perché, forse, almeno una suocera non ha mai smesso di intendere ed è addirittura in grado di ascoltare e recepire anche parole non provenienti dai parenti più stretti.

Gioacchino Di Martino

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1 commento

  1. Ario Roncitelli on

    Cambiare? E perchè? Ma non si accorge, eminente candidato sindaco, che ai cittadini di Porto Recanati le cose vanno bene così, immersi nelle loro nostalgie, incantati da progetti velleitari, addormentati in un andazzo cui tutti, in un modo o nell’altro, danno il loro sostegno? Le confesso: la volta scorsa ho scelto i Cinquestelle, un po’ perchè stimavo alcune persone candidate, un po’ perchè l’età non mi permette più di dar credito ai novelli portabandiera di antiche… casate. A oggi devo dire che la scelta non è stata felice e alla luce dei discorsi delle ultime settimane, mi pare che anche i “nuovi” si sono omologati, “allineati e coperti” all’ombra di un campanile polveroso e decrepito. La prossima volta penso di andarmene al mare, se è buono il tempo e virus Covid-19 permettendo.

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