In un momento storico così delicato e fortemente segnato dalla pandemia globale nessuna impresa è immune ai drammatici impatti della crisi economica. Tuttavia, a fronte di una moltitudine di imprenditori onesti che cercano di mantenere in vita le proprie aziende rispettando le regole nonostante le difficoltà, nel mercato continuano ad operare anche numerosi altri imprenditori scorretti che, giustificandosi con l’alibi della crisi economica, agiscono in modo sleale svuotando il patrimonio aziendale per accrescere le proprie disponibilità economiche a scapito dei creditori.
Ed è anche in questo settore che si innesta l’azione dei militari delle Fiamme Gialle, chiamati in causa ancora una volta in virtù delle loro spiccate competenze in materia economico-finanziaria, per perseguire quei disegni criminosi che di volta in volta sono attuati in danno del corretto andamento delle relazioni economiche e dell’economia pubblica.
In particolare, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e del Gruppo di Fermo hanno eseguito negli ultimi 2 mesi numerose indagini di polizia giudiziaria, delegate dalla locale Procura della Repubblica, a conclusione delle quali sono stati denunciati a piede libero 6 imprenditori, tutti italiani, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale.
In dettaglio, le attività investigative hanno permesso di accertare una pluralità di condotte illecite, tra le quali la bancarotta fraudolenta patrimoniale, realizzata attraverso l’occultamento di beni per un valore complessivo di circa € 2.000.000, e la sottrazione di risorse finanziarie per circa € 848.000, mai riscosse dall’erario e dell’INPS
La bancarotta fraudolenta preferenziale consiste nell’onorare arbitrariamente soltanto alcuni dei debiti dell’impresa, privilegiando senza alcuna reale motivazione sottostante taluni crediti in danno di altri, mentre la bancarotta fraudolenta documentale si perfeziona omettendo di consegnare la documentazione contabile o bancaria al curatore, pubblico ufficiale incaricato della gestione della procedura fallimentare, per simulare uno stato di insolvenza in danno dei creditori ed impedire la completa ricostruzione della reale situazione amministrativo-contabile e patrimoniale dell’impresa.
Tra i sistemi di frode scoperti, merita di essere segnalato quello attuato da uno degli imprenditori denunciati, operante nel piceno, il quale ha omesso di consegnare al curatore fallimentare ben 46 veicoli, per un valore stimato in circa € 350.000, la quasi totalità dei quali intestati alla società fallita e individuati dai finanzieri grazie ai controlli incrociati eseguiti tra le informazioni acquisite presso il Pubblico Registro Automobilistico e le risultanze delle banche dati in uso al Corpo. Sulla base di quanto ricostruito dai militari, il magistrato inquirente ha ottenuto, previa richiesta all’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari, il sequestro penale preventivo di tutti i veicoli oggetto della distrazione.
La costante ed accurata attività ispettiva condotta dai finanzieri fermani è espressione della specifica attenzione del Corpo, soprattutto in questo delicato momento storico dell’economia nazionale, alla tutela dell’economia legale, alla salvaguardia delle realtà aziendali sane ed alla difesa degli interessi creditori, per contrastare i comportamenti illeciti finalizzati a spogliare i patrimoni societari di beni e di denaro mediante artifizi, condotte fraudolente, indebite appropriazioni e distrazioni di valori.