In relazione alla zona arancione decretata per i prossimi giorni in molti Comuni della Provincia Anconetana, teniamo a precisare che:

Siamo da sempre sostenitori di una differenziazione territoriale con lock down localizzati e mirati laddove esistano serie e concrete situazioni di rischio epidemiologico.

Simili misure possono essere adottate solo qualora riescano a contrastare la pandemia da un lato e a permettere una convivenza con il virus e la sopravvivenza economica delle nostre imprese dall’altro.

Il buon senso vorrebbe però che qualora si verifichino situazioni del genere (sono giorni che i dati pubblicati ci parlano del pericolo), ci si organizzi in maniera tale da non sbandierare prima la permanenza in zona gialla dell’intera regione per poi – a distanza di poche ore – mettere mano a chiusure particolareggiate. Sono mesi che subiamo decisioni dall’alto che ci danneggiano. Oggi che c’è la possibilità di avere un maggior controllo del territorio e un maggiore coinvolgimento degli enti locali, pretendiamo che ci sia la massima trasparenza e la giusta tempestività su ogni comunicazione data.

Non possiamo più permetterci ulteriori perdite dovute all’acquisto di merci dereperibili che poi vanno gettate.

Suggeriamo l’utilizzo di una figura istituzionale regionale di raccordo che possa provvedere nel miglior modo possibile alla cura della comunicazione e alla elaborazione delle informazioni.

Chiediamo inoltre, dove fossero necessarie, misure più severe per il contenimento del contagio, compresa la zona rossa. La zona arancione penalizza solo le attività ristorative. Se responsabilità e sacrificio si vogliono chiedere allora che vengano chieste e distribuite su tutti, dalle attività lavorative ai singoli cittadini. Non accettiamo più di essere lo specchietto per le allodole di nessuno e tanto meno il capro espiatorio, con l’aggravante dei ristori promessi alle nostre imprese, fermi invece al palo ormai da dicembre.

BARISTI E RISTORATORI UNITI DELLE MARCHE

Luca Falaschini (responsabile comunicazione Baristi e Ristoratori Uniti Delle Marche)

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1 commento

  1. Il motivo per cui secondo me i bar/ristoranti vengono lasciati aperti anche in zone ad alto rischio come Ancona è che lo stato non può permettersi i ristori. Purtroppo però in questa situazione anche chi sta nel giallo delle altre province ha moltissima clientela in meno, che equivale allo stare aperti- con tutte le bollette del caso- e non guadagnare niente (ma almeno lo stato si salva dal dare i ristori). In altri stati hanno chiuso tutto per poco tempo (nuova zelanda) e dato subito ristori, in italia- pur di non perdere voti-si accontenta tutti subito sorvolando sulle conseguenze reali future- nella speranza che la magagna poi passi in mano a qualcun altro. Servirebbero politici in grado di assumersi le proprie responsabilità, invece che pagliacci che scelgono di non scegliere per non perdere una manciata di voti. Inoltre la maggior parte dei contagi nella mia città sono avvenuti dopo le messe in chiesa, ma di questo nessuno parla… forse che anche quello vorrebbe dire perdere troppi voti?

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