Seppur più giovane di 15 anni, ma già adulto, ricordo bene le passeggiare pomeridiane lungo il nostro Corso di Giacomo Brodolini, con un volto sempre serio ed accigliato, in compagnia di suoi vecchi amici recanatesi, oggi tutti scomparsi.

Come pure i suoi infuocati comizi al Teatro Persiani a chiusura delle campagne elettorali per conto del P.S.I. del quale era diventato Vice-Segretario nazionale.

Questi ricordi mi ritornano vivi oggi, alla vigilia del 20 maggio, anniversario dei 50 anni della promulgazione del famoso Statuto dei Lavoratori, frutto finale e supremo del lungo impegno politico di Giacomo Brodolini che ha visto la conclusione della sua vita politica e terrena.

Un passo avanti enorme, questa legge, per la classe lavoratrice in termini di dignitosi diritti dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali, loro irrinunciabile strumento di tutela individuale e collettiva, ancora illogicamente divise.

Allo spirito di questa legge, ai forti richiami di civiltà, sì, di civiltà, che la stessa conteneva, dovremmo ritornare, se non vogliamo arretrare di secoli

In modo particolare oggi che ci vediamo davanti agli occhi un mondo del lavoro devastato da cento precarietà di natura diversa tra loro, preda, ed è ora che ce ne rendiamo finalmente conto, della logica di un liberismo selvaggio destinato a procurare il tracollo della normale convivenza, dietro l’immagine ingannevole di un errato concetto di libertà individuale.

Gianni Bonfili.

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5 commenti

  1. Lo statuto dei lavoratori fu un grande atto di civiltà giuridica e sociale. Però poi sono arrivati tanti fatti nuovi, la crisi energetica, la globalizzazione, il ruolo della finanza, e il mondo del lavoro ne è uscito sconvolto.

    • Giovanni Bonfili on

      Purtroppo la conclusione è vera.Ciò richiederebbe un nuovo risorgimento riformista e democratico in termini sostanziali,mentre mi pare prevalgano la più grande incertezza , confusione e,soprattutto,divisione.

  2. si è arrivato anche il PD, il partito democratico o come si può chiamare ora, a massacrare i lavoratori. cooperative. immigrati schiavi per dumping sociale, e rendere schiavo chi occupa la parte più bassa della società con cittadinanza. niente più sanità pubblica. i falsi comunisti. traditori della patria.

    • Giusto! I falsi comunisti, colpevoli e traditori della patria. Proprio come i falsi democristiani, i falsi sindacalisti, i falsi socialisti, i falsi berlusconiani, i falsi missini!. I falsi…..la rovina dell’ Italia.

  3. Sembra che sia accaduto in un’altra era geologica, ma ricordate quando il futuro era tutto nelle cooperative, equamente spartite fra boss democristiani (Confcooperative) e socialcomunisti (Lega)? Negli anni settanta prendevano quattrini come se piovesse, senza alcun controllo da parte dello Stato che foraggiava. Quei debiti ce li portiamo dietro anche ora, e le cooperative servono solo a togliere diritti a chi ci lavora.

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