Si terranno domani pomeriggio alle ore alle 14,30, nella chiesa di San Carlo ad Osimo, sua città natale, i funerali di Emanuela Romagnoli, 50 anni, oncologa all’ospedale di Macerata, deceduta sabato sera per un male incurabile. In un sito, dove vengono riportate le storie di chi combatte le battaglie contro i tumori, Emanuela il 9 settembre scorso aveva scritto una toccante testimonianza sulla sua vicenda

Molto spesso i malati di cancro sono visti come senza speranza, senza futuro. In realtà, pianificare a lungo termine è difficile, ma per noi il presente si dilata… le giornate hanno un significato diverso. Ogni momento piacevole con un amico, un sorriso, una telefonata inaspettata o un buon libro hanno un valore prezioso.

La diagnosi risale al 20 maggio 2021. Fino a quel momento avevo vissuto delle difficoltà. Ad agosto 2020 ho perso mia madre e i mesi successivi sono stati difficili. Tra novembre e gennaio, in pieno COVID, il lavoro è stato duro: sono un medico (oncologo) e i nostri turni sono aumentati di intensità e durata. Avevo perso peso, ma nei periodi di stress prolungato, questo mi capita sempre. Ad aprile ho sentito molta stanchezza, non solo fisica ma anche mentale, ed è stato allora che ho iniziato a preoccuparmi. Nella notte tra il 19 e il 20 maggio ho sentito un forte dolore sotto la costola destra, intenso e breve, come una coltellata. Il giorno dopo, nonostante il dolore fosse scomparso, mi sono sottoposta a un’ecografia addominale, che ha evidenziato una sorpresa: una massa che occupava quasi tutto il lato sinistro del fegato.

Non ho avuto molto tempo per capire. Sono stata ricoverata per accertamenti diagnostici: risonanza magnetica, esami del sangue, biopsia e inserimento del catetere venoso centrale. Avevo un tumore al fegato, nello specifico un colangiocarcinoma intraepatico. Sette giorni dopo ero in day hospital per iniziare la chemioterapia.

La cosa più difficile è stata informare mio marito e le mie figlie, che all’epoca avevano 15 e 18 anni. Ricordo che, mentre ero in ospedale da sola (perché eravamo in epoca COVID e non potevamo ricevere visite), ho usato quel silenzio per trovare la forza di affrontare l’inizio delle cure per una malattia dalla prognosi così grave. Ho trovato forza nella fede e nelle persone a me vicine. Pochi conoscevano la mia situazione, ma mi hanno incoraggiato con messaggi autentici di speranza.

Ho avuto paura durante il primo ciclo di terapia. Un’amica mi ha accompagnato e al momento della chemioterapia mi ha dato un’albicocca. “Mangia”, mi ha detto. Senza chiedere, ho morso il frutto e ho capito che la dolcezza del frutto aveva cambiato il sapore amaro della terapia. Potevo quindi cambiare il sapore delle cose, trasformando l’attesa in speranza.

A settembre ho subito un’emipatectomia sinistra allargata: una grande possibilità. Ho affrontato questo momento difficile con fiducia e a gennaio 2022 sono riuscita a tornare al lavoro. È stata un’emozione incredibile indossare di nuovo il camice.

La malattia mi ha dato tempo: ho partecipato alla laurea della mia figlia maggiore per andare all’università che aveva scelto e alla cresima della più piccola. Sono andata in vacanza godendomi momenti spensierati. Le mie passioni erano la cucina e il lavoro a maglia, il corso di inglese, gli amici e la famiglia mi hanno sostenuta.

Ho continuato fino a ottobre, quando si è verificato un linfonodo e una sospetta recidiva ossea. Ho ripreso il trattamento con non poche difficoltà, ottenendo una remissione completa alla prima rivalutazione.

Ad aprile 2023 ho ripreso a lavorare. A novembre si è verificata una compressione del midollo spinale. È stato un dolore molto forte da provare. Il dolore uccide i pensieri, il tempo e i movimenti ed è accecante. Poi passa, ma è dura.

Ora sto facendo di nuovo la chemioterapia. Sto lavorando a un progetto per i miei pazienti. Sono lenta, ma sto andando avanti. La fede e la famiglia mi sostengono sempre. Dobbiamo avere fede: nei farmaci, nei dottori, nei momenti meno bui e nei momenti bui.

Da quando mi sono ammalata, ho scritto un diario. Si chiama “Solo cose belle” e contiene pensieri, ricordi, sorrisi e tutto ciò che mi sembra bello in un momento che non è bello. So che sembra folle, ma aiuta. Aiuta anche chiedere aiuto, affidarsi, lasciarsi trasportare dalla positività, dai sogni e dai progetti, dalla fiducia degli altri quando pensi di non averne più. Il futuro si costruisce a piccoli passi, senza pretese, un giorno alla volta. Non è facile. La vita cambia molto, è più lenta ma ha un orizzonte a volte ampio. Bisogna saperla guardare.

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4 commenti

  1. Persone cosi’ ti fanno ancora sperare in un mondo dove esiste ancora la bellezza. Che Dio l’accolga tra le sue braccia.

  2. Genga Annamaria on

    Sono parole di un’ intensità e di una bellezza straordinaria che dicono chi è questa giovane donna. Non ho avuto la fortuna di incontrarla, ma anche solo leggere ciò che ha scritto, mi ha riempito il cuore di speranza.
    La morte non è l’ ultima parola e non lo è sia perché ci attende la Vita Eterna, sia perché gli insegnamenti di persone come la dottoressa Romagnoli restano come fari per tutti coloro che affrontano le dure sfide del dolore e della malattia.

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