Ai microfoni di Radio Erre la giornalista Deborah Fait, cura la rubrica di lettere del sito web informazionecorretta.com e già presidente della Federazione delle associazioni Italia-Israele

Con lei abbiamo esaminato la situazione in Medio Oriente con l’estensione del conflitto al sud del Libano e in alcune aree della Siria e la presa di potere dei jihadisti sunniti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) guidati da Abu Mohammed al-Jolani. La caduta del regime di Bashar al-Assad potrebbe rappresentare un punto di svolta, ma resta da capire come Israele e altri attori internazionali vedano questa transizione.

La visita di Abu Mazen e il simbolismo delle bandiere

A Palazzo Chigi, l’aggiunta della bandiera palestinese durante la visita di Abu Mazen ha suscitato riflessioni. Presentato come presidente dello Stato palestinese, Abu Mazen, leader dell’Autorità Nazionale Palestinese dal 2005, ha ricevuto anche l’attenzione del Papa e del presidente Mattarella.

Bilanci e prospettive: Netanyahu e il futuro di Gaza

Secondo alcuni analisti, il 2024 ha visto successi strategici di Netanyahu, tra cui la sconfitta di Hamas e Hezbollah e l’indebolimento dell’Iran. Tuttavia, la questione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas e il mandato di cattura dell’Aia pendente su Netanyahu pongono interrogativi sul futuro.

Dibattito sulle vittime e accusa di genocidio

Il numero di vittime a Gaza rimane un punto controverso. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, oltre 44.000 persone sarebbero state uccise, il 70% delle quali donne e bambini. Tuttavia, la Henry Jackson Society sostiene che il 50% delle vittime fossero combattenti di Hamas, ridimensionando le accuse di genocidio.

La diaspora cristiana e il silenzio vaticano

I cristiani nei territori palestinesi, una volta numerosi, sono oggi quasi del tutto scomparsi, specialmente a Betlemme. Questo esodo sembra essere ignorato dal Vaticano, più concentrato sulle critiche verso Israele.

La Giornata della Memoria e il risorgere dell’antisemitismo

Alla vigilia della Giornata della Memoria, il dilagare dell’antisemitismo solleva dubbi sul significato della commemorazione. Per alcuni, la celebrazione rischia di diventare un’occasione per lacrime ipocrite, lontane dal vero rispetto per la memoria dell’Olocausto.

‘Due popoli , due stati’ per eliminarne uno: Israele
Commento di Deborah Fait

Share.

Radio Erre - La Radio che parla e fa parlare | Società Cooperativa Chiostro S. Agostino, 2 62019 Recanati | MC C.F-P.IVA 00351460431 | Tel: 0717574429 | E-mail: radioerre@radioerre.net | PEC: radioerre@pec.it

3 commenti

  1. Luca Falzetti on

    46.000 MORTI PALESTINESI, COMPRESI TANTI BAMBINI, TANTI ANZIANI, TANTE DONNE, TANTI MALATI.
    UN CRIMINE DI GUERRA INDISCUTIBILE. MOLTO, MOLTO VICINO AL GENOCIDIO.

    • Ma se Israele è uno stato terrorista, difeso da USA ed Europa, e si ripara dietro il fatto che se ne parli male sei antisemita…… Netanyahu è un criminale di guerra, ricercato dal tribunale internazionale! La giornata alla memoria dovrebbe essere cancellata dal calendario, visto cosa sono diventati gli ebrei

Lascia un Commento

Exit mobile version