Capita troppo spesso che gli studenti, quando vanno a frequentare le Università fuori sede, abbiano problemi a trovare case in affitto e, quando le trovano, anche per catapecchie, debbono pagare canoni molto alti e accettare condizioni contrattuale inique.

In particolare, come noto, è prassi molto diffusa quella dei proprietari di alloggi, di chiedere il canone, tutto o in parte, in nero e di trattenere il deposito cauzionale alla fine della locazione, adducendo una qualsiasi scusa.

È quello che è successo anche a due giovani recanatesi che, insieme a due altri studenti, hanno preso in locazione un appartamento nella città di Ascoli Piceno, dove frequentavano l’Università.

La proprietaria dell’immobile, infatti, aveva preteso appunto che una parte del canone venisse corrisposta in nero e, alla scadenza del contratto, aveva trattenuto la cauzione sostenendo che i ragazzi avevano arrecato danni all’appartamento.

I ragazzi, dopo aver tentato inutilmente di farsi restituire la caparra (si sarebbero accontentati di questo), assistiti dall’Avv. Damiano Corsalini, hanno intrapreso un’azione giudiziale prima dinanzi al Tribunale di Ascoli Piceno e, poi, davanti alla Corte d’Appello di Ancona.

Hanno agito con determinazione non tanto per motivi economici quanto per ragioni di giustizia.

La Corte dorica, con sentenza n. 287/2024 ha condannato la proprietaria a restituire tutte le somme ricevute in nero, a rimborsare il deposito cauzionale ed a pagare le spese legali.

Vittoria su tutti i fronti. Una bella soddisfazione per gli studenti e una giusta “batosta” per la proprietaria.

Speriamo che la decisione serva da lezione per tutti quelli che si approfittano del disagio di chi studia fuori casa.

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2 commenti

  1. È proprio inaccettabile che ci si approfitti così degli studenti. È indegno. Bene hanno fatto a fare causa

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