Caro Direttore nella giornata di ieri, avendo letto della proposta di indire un referendum per conoscere il parere dei cittadini su quello che la Giunta Comunale definisce progetto per la nuova mobilità urbana (meglio conosciuto come “biciplan”), ho pubblicato sul mio profilo Face Book una nota di poche righe a sostegno di questa proposta.

Come spesso accade non tutti hanno condiviso il mio scritto ed in particolare una lettrice ha voluto manifestare il proprio dissenso pubblicando una risposta che ritengo dover riportare per intero: “Essendo una democrazia rappresentativa abbiamo eletto chi deve prendere decisioni per noi. Quando non vi piace quello che decidono volete il referendum? In passato chi non voleva la marea di cemento che ci ha invaso ha subito senza referendum, adesso subirà chi non vuole una città più ecologica e a misura d’uomo. La ruota gira, per fortuna”

Parole chiare e nette che denotano una interpretazione della DEMOCRAZIA che sembrano avvalersi del biblico “occhio per occhio, dente per dente” per giustificare ogni e qualunque comportamento e decisione assunta. Parole che però disegnano anche il profilo di una parte del pubblico di riferimento di questa Giunta e che certamente trova sponda in alcuni rappresentanti della stessa.

Forse, caro Direttore, questa mia sarà anche una chiave di lettura semplicistica ma che credo, però, fornisca la possibilità di capire il perché dello stato vegetativo di questa Giunta che, in oltre due anni, non ha saputo fornire alla città una ipotesi di sviluppo coordinato e coerente. Certo sono stati approvati i Documenti Unici di Programmazione, la prossima settimana verrà presentato ai cittadini, ancora una volta prima che al Consiglio Comunale, il bilancio di previsione 2024/2025 con le indicazioni delle opere che con le nostre tasse si intendono realizzare. Ma che valenza potrà aver mai un bilancio che ancora una volta porta la vendita del complesso ex Zanella quale fonte di finanziamento?

Vedi, caro Direttore, il dover rispondere del proprio operato a quel pubblico, che potremmo definire gli Ultrà della curva B, molto spesso porta, a dimenticare, se mai lo si è pensato, che amministrare una città significa innanzi tutto programmazione. E programmazione significa collegare con un nesso logico e coerente tutte le attività cittadine ma soprattutto significa riportarle tutte verso l’obiettivo che dovrebbe essere indicato dal progetto di sviluppo che si vuole dare alla città.

Progetto di sviluppo che certamente non può essere il semplice rincorrere dei finanziamenti per opere la cui realizzazione viene poi demandata ad altri organismi, certamente più qualificati, ma che evidenzia un deficit di capacità operativa della macchina comunale che, dopo oltre due anni, non può più essere addebitata ai cattivi che c’erano prima a Palazzo Volpini. Cattivi dai quali questa Giunta ha assimilato e fatto proprio uno slogan che fu ben esplicitato, nella passata consiliatura, in un intervento del consigliere Pigini il quale, rivolgendosi all’allora sindaco Mozzicafreddo per evidenziargli la poca informativa, che già allora veniva fornita alle minoranze, gli accenno il refrain della cinquettiana canzone: “QUI COMANDO IO.”

Ecco, caro Direttore, io credo che dalle parole di dissenso nei miei confronti scritte, certamente con convinzione, da quella lettrice si possa concludere che non basta proporre demagogici ordini del giorno in Consiglio comunale, quasi a mò di catarsi purificatrice, se poi nel quotidiano si recita un altro copione, magari anche mancante di qualche pagina significativa.

Un caro saluto.

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati 2 marzo 2024

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2 commenti

  1. Ario Roncitelli on

    Illustre, l’inclinazione all’assemblearismo è tipico di coloro che, a furia di continui cambi di… casacca politica, arrivano al punto di non trovare più qualcuno che li posa considerare propri paladini o, più modestamente, portavoce. Lo strumento della rappresentanza è caratteristico della nostra democrazia, nonostante le deformazioni subite nei decenni. Ora, se la giunta municipale ha avviato un progetto, non credo opportuno, logico e razionale passare addirittura a un referendum per stabilirne la validità e perciò la realizzazione. Probabilmente occorre un diverso atteggiamento di quanti, nelle sedi istituzionali, svolgono il ruolo di opposizione e perciò sono contrari alle scelte dell’esecutivo, sperando che ciò contribuisca a correggere decisioni non considerate adeguate. Il resto è solo alimentare il personalismo di questo o quell’individuo/individua, che demolisce pian piano qualsiasi credibilità e riduce la partecipazione dei cittadini a semplice “tifoseria”, senza alcuna prospettiva.

  2. Sig.Di Martino condivido il suo pensiero, soprattutto credo che quando le scelte di una amministrazione locale quale è il Comune siano così impattanti per tutti come è il “bici plan”, ci sia l’obbligo di ascoltare al massimo i cittadini, anche se si sono vinte le elezioni…..

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