La Struttura commissariale sisma 2016 ha appena destinato un contributo di oltre 700 mila euro per interventi di recupero e riparazione di due edifici di culto del maceratese, a seguito dei danni subito dal sisma del 2016.

Si tratta, in particolare, dell’Abbazia di San Firmano, nel Comune di Montelupone, alla quale andranno 275 mila euro e della Chiesa del SS. Sacramento di Macerata, che riceverà una somma pari a 438 mila euro.
Le risorse per compiere i lavori presso l’Abbazia di San Firmano saranno messe a disposizione della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, in qualità di soggetto attuatore. L’Abbazia, edificata circa mille anni fa in stile romanico-bizantino, conserva tuttora la sua struttura originaria ed è dedicata a San Firmano, nato nel 951 (probabilmente a Fermo), che abbracciò la regola benedettina.

Il contributo di 438 mila euro mila euro alla Chiesa del SS. Sacramento di Macerata è finalizzato agli interventi di miglioramento sismico e restauro dell’edificio di culto e per la demolizione e ricostruzione dell’annesso locale tecnico annesso. Le risorse saranno messe a disposizione dell’Ente religioso provincia picena dei Frati Minori Cappuccini, in qualità di soggetto attuatore, e si vanno ad aggiungere ai 730 mila euro già precedentemente stanziati per rispondere all’aumento dei costi delle materie prime nella ricostruzione, così come previsto dall’Ordinanza n. 126 del 2022.

Il Commissario al sisma 2016 Guido Castelli ha dichiarato: “Prosegue senza sosta l’attività della Struttura commissariale per il restauro e recupero degli edifici di culto che, in parte, richiede interventi volti a dare soluzione rispetto all’aumento del costo dei materiali. Si tratta di una criticità che si è venuta a determinare mentre era già in corso la ricostruzione e alla quale stiamo ovviando con la maggiore tempestività ed efficacia possibile. i risultati che stiamo conseguendo sono il frutto del lavoro e della collaborazione costante con il Presidente Francesco Acquaroli e con l’Ufficio speciale per la ricostruzione. Mano a mano che prosegue il cambio di passo che stiamo imprimendo nell’Appennino centrale, accanto alle attività per la ricostruzione pubblica e privata diamo la necessaria attenzione anche agli interventi in favore degli edifici di culto, luoghi che non sono soltanto di preghiera ma anche di incontro e socialità per le comunità dei nostri borghi. Le nostre chiese, abbazie, monasteri, sono parte della nostra storia, occuparcene significa prendersi cura anche della nostra identità”.

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