Se in Svezia si protesta contro chi brucia o calpesta il Corano, in Italia – a Recanati per la precisione – si può tranquillamente far passare un adesivo blasfemo ed irriverente verso la religione cattolica magari come arte o gesto goliardico.

La denuncia arriva da un recanatese che, facendo una passeggiata ai giardini pubblici si è accorto di un grosso adesivo, posto sulla vetrata della porta d’ingresso del circolo Arci, la cui sede è posta proprio all’interno dei giardini pubblici, che riproduce una scritta, metà in inglese e metà in italiano, che non occorre molta fantasia per interpretarla offensiva per chi si professa cattolico. E a poco è servito che qualcuno si offendesse e si rivolgesse alle autorità: “la mia protesta non ha sortito alcun effetto concreto, almeno sino ad oggi” confessa il cittadino amareggiato da tanta insensibilità.

Eppure il locale è di proprietà dell’Amministrazione comunale che lo ha concesso in locazione all’associazione recanatese dell’ARCI dietro il pagamento di un canone mensile di 300 euro e spesso vengono organizzati incontri culturali e musicali che vedono il patrocinio della stessa Amministrazione comunale.

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22 commenti

  1. un ritrovo di comunisti che fa comodo all’amministrazione per l’elettorato, frequentato da persone che non conoscono il vivere civile ed il rispetto verso gli altri, come tutti i comunisti o estremisti di sinistra si ritengo legittimati a poter fare tutto ciò che che vogliono.

  2. Una foto per poter giudicare se si tratta di una lecita forma d’arte o un’offesa gratuita non si può mettere? (Vivo lontano da Recanati)

  3. Quell’adesivo non offende alcuna religione! Subito a soffocare la libertà di opinione… in effetti andrebbe pubblicato per far capire l’esagerazione della polemica!

  4. O mettete tutto o non fate articoli che non dicono nulla. Quanto ad offendere i cattolici non ci vuole molto, per cui , credo, che l’offesa sia solo nella mente di chi si risente

    • fa mettere qualche adesivo o manifesto ironico artistico anche per il profeta maometto.
      piuttosto difendete le donne in carcere in iran o andate a vedere che succede nelle case di tanti musulm-italiani.

      forza coglioni, fate vedere quanta libertà avete anche contro chi poi vi prende a mazzate. poi digli che l’offesa è solo nella sua testa.

  5. A me stupisce l’ignoranza di questo articolo: Su quella vetrina ci sono decine di adesivi, perlopiù attaccati liberamente da artisti grafici e musicisti che passano di li e che li hanno attaccato le proprie “opere grafiche” o loghi delle proprie band. Voi siete giornalisti, e bastava fare una breve ricerca online (come ho appena fatto io) per scoprire che “God Is Porco” è una specie di “brand” romano che usa quelle grafiche non solo per adesivi, ma anche per borsette, T-shirt e manifesti. Mi stupisce anche che dei giornalisti (quindi gente che si presume di una certa cultura) non abbiano minimamente colto il gioco di parole (Godisporco > God Is Porco > Godis Porco > Godi Sporco), unito alla bandiera arcobaleno sullo sfondo, che lasciano un’ampio margine di interpretazioni possibili. È quella un’ “opera d’arte”? Io questo non lo so dire, ma so per certo che giochi di parole simili erano molto amati da poeti ed artisti surrealisti come André Breton, Salvador Dalì, Raymond Queneau o Luis Buñuel, che di certo non risparmiavano critiche alla triade froidianamente (e non cattolicamente) intesa come “Dio/Stato/Padre”. Mi sembra quindi, veramente, un articolo fatto di nulla. Secondo me potreste fare di meglio. A parte il passante che non so chi sia, è di voi che ho più stima di quel che vedo qui. Metteteci un po più di impegno.

    • Grazie mille per questo commento. Detto ciò Radioerre è restia ad accettare critiche ed ammettere la superficialità che da anni guida il loro servizio.

      • Anonimo delle 15:32. on

        Non esageriamo. Se fosse stata così restia alle critiche, non avrebbe dato la possibilità di scrivere comment sotto agli articoli, oppure peggio, avrebbe censurato ed eliminato questi ultimi due comment. C’è speranza nel mondo! C’è speranza anche per RadioErre. 😉

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