Il distretto industriale marchigiano è stato protagonista per anni dell’economia italiana dando risposte chiare al futuro di tanti giovani del dopoguerra che sono divenuti poi artigiani e/o operai che in età adulta sono riusciti a permanere nel proprio paese di origine.

L’economia è cambiata, la crisi ha dimezzato i nostri distretti industriali caratterizzati da microimprese che molto spesso non riescono ad adeguarsi tecnologicamente al mercato globalizzato.

I giovani dopo anni di sacrifici negli studi e con specializzazione di un certo livello si riversano sul mercato del lavoro del nord o di qualche capitale europea.

Si tratta di un fenomeno più che preoccupante.

L’intervento della politica deve essere immediato perché il turismo è l’unico mezzo per rimpiazzare la manifattura che può far restare nel proprio paese tanti giovani recanatesi, investendo su nuove attività o sulla rendita dei propri immobili.

Si deve cambiare marcia e introdurre a Recanati quella mentalità turistica che caratterizza altre parti d’italia (Umbria, Val d’Orcia, Salento, Costa Smeralda, Puglia, Veneto ecc.)  perché il rischio concreto è che la nostra città si trasformi in una residenza estiva per soli anziani.

Non bastano le bellezze territoriali, di cui abbiamo la fortuna di godere, se non si ha la professionalità per poterle far divenire economicamente appetibili.

In primis deve cambiare la prospettiva dei nostri amministratori che debbono guardare oltre le quattro mura che tanto ci piacciono, perchè esiste un mondo che negli ultimi 20 anni ha fatto cambiamenti quanti negli ultimi 3 secoli.

L’assenza di obiettivi e di programmazione sta spegnendo definitivamente la nostra città, che sta diventando un dormitorio. Le coppie di giovani che rimangono acquistano casa sulla costa e se ne vanno da Recanati, nonostante i prezzi qui siano molto più bassi.

Siamo uno dei comuni più belli delle Marche, terza città della provincia di Macerata, famosi in tutto il mondo: non meritiamo una politica da paesello di provincia.

 

Enrico Fabraccio – Commissario forza Italia Recanati

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13 commenti

  1. Francamente un ragazzino delle medie saprebbe argomentare meglio. Questo è un tema da 4 meno meno. Dove sono le proposte? La mentalità turistica di regioni o vasti territori? Bene. Nel prossimo messaggio cerchi di proporre, di offrire alternative reali. La smetta di parlare in politichese, il suo è il messaggio del nulla. Termino comunicandole che i giovani lasciano il centro e il sud Italia da decenni. Nulla di nuovo, Don Camillo.

  2. Pifferaio odontotecnico on

    Fuggi’ un genio della letteratura italiana ,non scandalizziamoci ora che i giovani “taglino la corda”.

  3. Considerazioni corrette, anche se con il solo turismo non si possono compensare le industrie, per quanto micro, che hanno chiuso i battenti. Certo il turismo si è molto evoluto negli ultimi decenni e il trend va colto. Non parlerei con tanta sufficienza di residenza estiva per soli anziani. Appunto dall’esperienza estera, costa azzurra italiana e francese in primis, si può imparare che il turismo dei pensionati agiati è il volano di tanti posti di mare e del sud Europa. Praticamente ci sono classi sociali del Nord Europa che svernano al sud o ci si stabiliscono proprio. Su questo mercato ricco ma non invadente bisognerebbe puntare con servizi e offerte dedicate, ma notoriamente un turismo con i capelli grigi ha bisogno di servizi socio sanitari moderni, agili ed efficienti. Qui per una visita specialistica si aspettano mesi e ti possono sbattere a Jesi, a Ascoli o a Pesaro. Per non parlare dei trasporti pubblici, praticamente assenti. Quindi a Recanati non si vive senza auto e questo è un grave handicap, per non parlare della impossibilità di parcheggiare, delle astruse limitazioni del traffico etc. Anche a Milano non si può andare in auto in piazza Duomo, ma ci si arriva im metropolitana con cinque minuti e quattro spicci, sempre che non ti scippino durante il percorso. Poi c’è il turismo studentesco da rilanciare perchè soffre molto del terribile aumento di prezzo dei voli. Poi c’è anche il turismo religioso che fa capo soprattutto a Loreto ma anche al Centro Studi Biblici di Montefano e il turismo lento, quello dei cammini e delle ciclovie. E qui mi fermo. Chi prova a fare un cammino non ha indicazioni, non ha ostelli, non ha mappe, e soprattutto finisce sotto un camion, e il cicloturista vada a vedere la costosissima strombazzata ciclovia….

      • Pifferaio odontotecnico on

        Falzetto corri al Paolinelli che il vaccino pronto aggiornato per la nuova variante è pronto e a momenti lo metteranno a disposizione ( senza minacce, restrizioni alla libertà QR code,ammende e via discorrendo fortunatamente). Non farti trovare impreparato e continua a beccare.
        Una volta in(o)culato non dimenticare di denunciare chi decide di non farsi introdurre il liquido o chi fa barbecue nella sua proprietà .se ti rimane del tempo insegui pure i runner ” non aggiornati” come te sulle spiagge italiane e PUNISCILO!!

  4. Ancora con questo mito del turismo petrolio Italiano.
    Il turismo è un settore a bassissima produttività, caratterizzato da salari minimi.
    Rimane un settore trainato (soprattutto da quello industriale) e non trainante.
    Soltanto in alcune località di nicchia che hai anche citato (porto cervo, versilia) il modello turistico è sostenibile, ma per il semplice fatto che sono luoghi esclusivi (e Recanatj mi spiace dirlo ma non lo è).

  5. Ok dai, il temino l’hai fatto.
    Un po’ semplicistico (o sempliciotto), un po’ scontato, un po’ copia incolla che non aggiunge o toglie niente, ma l’hai fatto.
    Adesso passiamo ai compiti di matematica

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